nessun titolo
Io non voglio un lavoro qualsiasi. Voglio uno stipendio giusto per il mio lavoro, voglio poter star male e curarmi, voglio andare in ferie d’estate, voglio avere gli assegni familiari per mio figlio.
Voglio poter essere giudicata, tartassata, maltrattata se non lavoro bene. Voglio fare corsi, aggiornamenti, concorsi interni per migliorare la mia posizione. Voglio le responsabilità, poter organizzare e gestire il mio lavoro, e se posso anche quello del mio ufficio. Voglio poter dire la mia, capire, imparare, modificare ciò che non mi spiego debba funzionare così illogicamente.
Faccio un concorso, entro in una, ennesima, graduatoria. Mi chiamano, per un ulteriore posto da precario. Ma questo è il precario sicuro, hai meno soldi ma ti danno la malattia. AH. Non è il tuo livello, ma è "sicuro" che sei "quasi" assunto per un anno. Stesso lavoro, certo, stessa scrivania.
Massi, non hai letto il giornale? Hanno assunto tutti i precari. Tutti. Si insomma, il titolo diceva questo… Non puoi mica star qui a sindacare sul termine "assunto". Lavori un annetto, senza diritti, poi ti lasciano a casa. Ma vedrai, dopo un mese e un altro concorso magari ti assumono, no?…con un cocopro. Vabbè, poi altri venti giorni a casa, ma magari le consideri ferie, o vedi di ammalarti in quei giorni lì. Non son pagati, va bene, ma insomma… adesso ti assumiamo. Con un tempo determinato. Dopo altri due mesi, ocio, ti posso rinnovare di un anno….ma devi stare a casa (ma se son appena stato riassunto?..) per venti giorni. Feriali, si. Ah.
Come dici? In tutto stai a casa più tempo di quanto lavori?…E ogni volta che torni alla tua scrivania hai il "tuo" lavoro arretrato da fare? Ah….ma non sei mai contenta…
A proposito, la tua scrivania… Oh beh…c’è l’ex bidella che lavora li, adesso. Si, non sa usare il computer ma le insegni tu, dai. Lei in fondo ha l’indeterminato. E’ fissa.
Noi, noi ti diamo un lavoro. Ti assumiamo. Ti diamo un lavoro. Poi sulla finanziaria c’è scritto che assumiamo tutti quelli che lavorano dentro da tre anni. Insomma, beh, dipende, che categoria eri? B, C, D, determinato, cococo, cocopro, abusivo, volontario, cameriera ai piani… occhepeccato, non ci rientri.
Ma adesso arrivano i sindacati (musica di sottofondo, Wagner, Cavalcata delle Valchirie) che ti salvano. UUUU, se ti salvano. Lo scrivono pure sui giornali, minkia. Fanno i comunicati stampa adesso. Poi basta, ma in fondo che vuoi?
"fate uno sciopero!"…bravo. Poi mi tocca stare in ufficio anche la domenica per recuperare, mica ho diritto a scioperare.
"andate voi di persona a protestare!"…..giusto. Sai com’è, abbiamo un po’ di paura ad andarci. Poi ci lasciano a casa. E mica per scherzo. L’ultima volta che ho protestato, mi han detto "stà bòna, che no te convién".
"guarda, ti consiglio di prendere la patente nautica, e di fare il concorso da vigile. Lì li prendono". Diamine, potrei anche chiedere alla pizzeria dietro casa, anche lì mi prendono.
Mica son preoccupata. Ho una ventina di selezioni da fare. Cococo, tempi determinati, e chissà cos’altro. In una settimana, li faccio tutti, che è come il totocalcio. Alla fine, un contratto precario già ce l’ho, bisogna solo scegliere il meno peggio, tanto non ti da futuro lo stesso. E tanto, la scrivania rimane la stessa, il mio lavoro lo faccio solo io qui dentro, mal che vada chiudo bottega… chissà gli utenti che ne penseranno.
Sospiro. Io sono fortunata. Precaria, ma fortunata. Ho ancora la dignità di dire "no grazie".
21 pensieri riguardo “nessun titolo”
ti ci vuole un milionario di cui innamorarti.
che ne dici? 🙂
tu dici?….è che non sono tipo.
Poi sono già fidanzata. Guarda te la sfiga alle volte…
E poi dicono che uno si butta a sinistra (e diventa brigatista)! 😉
Quando parlano di ridurre il costo del lavoro mi ribolle il sangue… come se non ci fossero delle persone dietro quel dato.
Ha la stessa feschezza e ironia di un racconto di Marco Paolini,magari ti assume lui come autrice???
Il Qualunquista.
eh l’è dura cara
Ligabue potrebbe anche scriverla, “una vita da precario…”
ciao Flauta…
eccomi in un altra nazione…
dopo il giappone, il togo. Schiavo dal colletto bianco.
E ogni volta vengo a cercare il tuo blog.
Grazie
Lavorare fa male alla salute si diceva molti anni fa, quando nel mondo c’era chi aveva il coraggio di sollevare la testa. I nobili che non hanno mai lavorato, per principio e per i soldi che già avevano, ma non erano certo stressati.
Sulla pagnotta quotidiana si può discutere, ma il principio è sempre lo stesso: lavorare fa male alla salute altrimenti non avresti scritto questo post.
ciao
Frenkminem
Ciao! Ti ho trovata tra i “2000 bloggers”.. è bello stare tra le tue parole.. tornerò spesso ^^
Un bacio sulla punta dell’anima
Marco
UUUUUUU…i Sindacati?!
Brutta storia.
Daniè
O uno ha conoscenze oppure una gran botta di culo, sempre qui torniamo. Preferibile la prima così già ti conoscono… che tristezza.
@ubi, mi butto a sinistra? ancora?
@mata, è il concetto del “deprecarizziamo i precari” che mi fa incazzare come una iena.
Ti fanno scegliere tra il lavoro precario a vita, o un lavoro fisso con uno stipendio dimezzato. Facendo, ovvio, lo stesso lavoro di prima. Sti bastardi.
@qualunq, te pensa che marco Paolini è il mio, di autore….:-D
@bevi, una vita da precario è la canzone giusta..
@kaminarimon, anonimo dal giappone, ma come stai? Ben ritrovato.
@frenk, se non lavorassi e vivessi di rendita, sarei una spocchiosa copia di Lapo Elkann. Per carità.
@blusfumato, grazie!
@acme, le conoscenze le ho, ma c’è sempre chi ne ha di più…oppure, che le sfrutta meglio, ecco…
Amici, oggi ho un paio di colloqui. Quelli che fai ben sapendo che quell’unico posto è già riservato al solito noto. Ma si lotta, si lotta per la “graduatoria”.
In sottofondo, versione riveduta corretta del brano dei Matia Bazar (anche in versione subsonica) “per una graduatoria non so cosa farei….”
… dita incrociatissime !
(nadia loggata, incredibile!)
aproposito…. c’è la casa…. vista stamane… è quella giusta…
Sarò breve ….
YAHOOOOOOOOOOOOOO !!!!!!
Sig.ra Flauta, prima di tutto…la casa giusta?!? ;DDDDD
Per il suo post, è un manifesto, nel quale mi riconosco, precario composito qual sono.
Lasciamo perdere – scusate – il buttarsi a sinistra, che “la sinistra” è lì anche grazie al mio (pentitissimo, sinora) voto.
E lasciamo perdere anche i festeggiamenti di oggi per la ricorrenza della firma dei Patti Lateranensi…non c’entra nulla con la precarietà…ma parlando di questo buffo Paese nel quale viviamo…beh…meglio ridere, va’!
Lord Crespo
Paolini è un grande,i suoi monologhi fanno sempre pensare…ma anche il tuo racconto…molto…Grazie!!!
Il Qualunquista.
Ho sentito dire che di precariato non è mai morto nessuno.
Di fame sì.
Una mera questione statistica, già.
Ho letto: “sono fidanzata” – comecomecome-eh?
in questo paese non si riesce a fare nulla per il verso giusto, prima si crea il mito del “posto fisso” poi, per mitigare, mille diverse forme di precariato, è semplicemente assurdo…credo che ci farò su un post per spiegare il mio punto di vista…
Miss Momyone, nessuno è mai morto neppure di eccessiva sindacalizzazione, mi creda 😉
Mr. Ubi, forse son stata fraintesa.
(non sui boxer)