mezzeria
Le auto sfrecciavano davanti, illuminando come spot da discoteca il suo viso, impassibile.
La sua mente era ben altrove. Aveva ancora i colori di quel suo amore, impossibile, e lui si diceva stronzo, stronzo, stronzo, ancora. Ho perso tutto ancor prima di sforzarmi per averlo.
Per giorni l’aveva vista da dietro casa, nascosto nelle sue sicurezze, nel suo bel mondo. Bello, beh…diverso, ecco. Lei invece era bella, o cavolo se era bella. E ragionava così diversa dagli altri, lei che vedeva dall’alto le vite di tutti, che sapeva cosa voleva dire sacrificarsi per poi, cambiare vita, aspetto, e sbocciare in una nuova vita.
L’aveva ascoltata mille volte, incantato, ma non se la sentiva proprio, tanto diversi, al di là del guado non vado, non so, non mi decido, aspettiamo un po’, ci pensiamo domani. E domani daccapo, aspettiamo.
Ogni auto sfrecciava veloce, lo spostamento d’aria lo faceva quasi cadere. Vado. Ora vado.
Un fiato, e via, di corsa. Le luci in lontananza tanto sembravano sempre uguali, non c’era un momento migliore o peggiore, o si vive o si muore. Se sto qui non muoio, ma non vivo.
Lei si dimenava gridando, imbrigliata in quella trappola, senza riuscire a liberarsene, rimanendo sempre più esanime, immolata in nome della sua libertà, senza potersi ribellare. E lui non riusciva a far nulla, non poteva muoversi, pietrificato, davanti a quel suo fragile amore ingoiato dal suo destino, dalla sua codardia, da una ragnatela di bugie, di promesse.
Stava correndo come un pazzo, finalmente la mezzeria, metà è fatta. Oddio. Che incoscente. Un istante a guardarsi indietro..e il panico. Che sto facendo. Che sto lasciando. Non son più sicuro di nulla.
– Vai ragazzo, vivi, vinci le tue paure, una vita non è vita se non vivi oltre il tuo guado. Perchè c’è sempre un guado a separarti dalla felicità. Vivi, supera, felicità.
I fari erano sempre più vicini, il bordo troppo lontano. Non ce la farò. Ho paura. Che faccio qui, ora, sulla mezzeria..indietro non si va, e avanti ho paura. Ma se sto fermo…sarò travolto. Ho paura.
Oh tesoro…l’ho detto. Ho paura.
In fondo….sono solo un piccolo ranocchio. Innamorato di una farfalla.
15 pensieri riguardo “mezzeria”
chissa’ quali storie racconti al tuo piccolo…
Si può fare il tifo per un ranocchio ?
Sperare che riesca a spiccare un balzo, uno solo … ma bello alto … e in avanti !
Perché pure un ranocchio può volare, se solo lo vuole, fortissimamente vuole !
E tu farfalla … ferma, resta ferma, per un attimo … ferma … ecco, così … respira … e guardati attorno
Vedi ? La trappola ha una via di uscita … perchè c’è sempre una via di uscita … il difficile è fermarsi a cercarla …
E poi … pure tu fai il tuo balzo …
Chissà, magari finisce che farfalla e ranocchio alla fine del loro balzo si perdono di vista … o magari, invece, atterrano insieme … chissà …
cambiate pusher
non lo sapete che le rane mangiano le farfalle???
cambia tu pusher, coglione.
…io non sono la farfalla, Nadia.
Io sono la macchina. Capisciammé.
Ah, ecco ! 😀
P.S.: sai che la farfalla luna è grande 15 cm ? … e che la rana agile è “grande” solo 75 mm ? Non sempre un ranocchio può mangiare una farfalla …
😀 😀 😀
che brava!
…grazie, caporà..
Caspita, che stoffa per raccontare! Facciamo una favola assieme,da regalare alle due pesti?
(Devi avere pazienza con questo Friulano malinconico, sai?)
:-*
Daniele
te ne mandero’ un cestino, di mele.
@macca, come dicono le mie allieve, son la “donna metafora”… E nel mio guado sguazzo (in retromarcia) perfettamente..
@search, leggevo…un’altra friulana? Vengo a prendermele di persona le mele?
Insomma, voi ammazzà farfalla e ranocchia con la macchina… ora ho capito!!
Silly
ok. mi dici quando arrivi e ti faccio trovare il cesto di mele e Danie’ che racconta in piazza di quanto siamo fortunate noi, coi post di successo :))
(ciao daniiiiiii)
okkey, viva le grammy smith.
Sta cosa s’ha da fare, t’avviso.
fatta