come sopravvivere al convegno
E certo che capita anche qui.
La sindrome da Iso9001 attacca prima o poi tutti, anche i comunali.
Un giorno arriva il Direttore (ma quant’è bello il Direttore…) e ci degna di uno sguardo, una grande riunione. Tutti bravi scolaretti, seduti in cerchio, e davanti lui. Anzi, Lui.
Ci parla, ci dice, ci spiega. Ci vuole un quarto d’ora per comprenderne il linguaggio, i previdenti hanno scaricato sul palmare un dizionario comunale-direttore per riprendersi dallo shock, che noi senza la eRRe mestrina o la terminologia da bàcaro ci gira la testa.
Knowhow, ha detto. Dev’essere quel cane a pelo lungo, quello che mangiano in cina.
Misunderstanding, ha detto. Ah si, quel pezzo funky dell’Aguilera.
Ustrega, conditio sine qua. Io so solo ite missa est, mi alzo e me ne vado.
La certificazione di qualità. E’ quella che danno ai peri, se son maturi. Ci mettono un bollino Chiquita allora. L’hanno fatta anche da mia cognata, gli facevano fare il conto delle rondelle di ferro che facevano ogni giorno. Forse a noi conteranno il numero dei caffé presi alla macchinetta.
Dobbiamo recuperare la vostra professionalità. Ah, questa la capiscono tutti: vuol dire "adesso ve la mettiamo nel culo a tutti". Socrate, o Platone, insomma, uno di quei scrittori russi li.
Il giorno dopo, tutti li, nella sala congressi. Modello gita scolastica, tutti come pecoroni arrivano a sedersi…nell’ultima fila. Tutto vuoto, ma ultime due file affollatissime.
Ci si passa caramelle, gazzette, ipod, si attiva il bluetooth per scambiarsi video porno e si va di foto di gruppo. Che andrà spalmata sul desktop domattina.
I più esperti in imbosco, previo info sul colore delle poltroncine, si sono vestiti in tinta. Camaleontizzati.
Poi arriva lui. Cioè, Lui. Il bellissimo Direttore.
Non è pelato, è illuminato dal cielo. Nemmeno il suo completo di lino si permette di spiegazzarsi su di lui. Ha una scarpa lucida e un calzino…il calzino in tinta col pantalone…che non scende. Mai. Sempre perfettamente su, il rocco siffredi dei calzini.
Prende il microfono. Scene di panico in platea, gonne inguinali in prima fila appaiono d’incanto, visi cianotici delle segretarie del commerciale intente a trattenere la cinta, alcune vengono soccorse dai paramedici presenti. Lancio di reggiseni, tanga e gambaletti color carne bloccati da energumeni della security.
Torna la calma.
Il Direttore prende la parola. Il microfono si rizza (tutto, di fronte al Direttore, si rizza).
Con l’occhio dal basso all’alto scruta i dipendenti, che intimoriti scivolano tra gli intersizi delle coste del velluto rosso delle poltroncine. Per alcuni sono ancora in corso le ricerche per il ritrovamento. Introduce lui, l’oratore. Che è ora, dopo sarà un dopatore, prima era un eratore.
(è difficile, lo so, riprovateci, rileggetela. su, che ci arrivate.)
Inizia il convegno. L’oratore parla, lento, leeeento…leeee…yaaaaaaaaaaaawwwwwwwwwnnnnnn……
…………zzzzzzzzz…………
Sul megaschermo c’è, sempre, la presentazione in powerpoint. Si, perchè dicono serva a quello, non alle catene via mail sui dictat del dalai lama.
Le diapositive hanno sempre l’immagine stilizzata che trovi in automatico su word. I discorsi, astrattissimi, contemplano dati, percentuali, numeri. Il comunale riesce si e no a fare il conto di quanto toglie dalla chiavetta se si compra la Fiesta al posto dei Ringo.
E sul più bello, arriva Lei: la PIRAMIDE. (scene di panico, qualcuno urla, qualcuno piange, qualcuno chiama la moglie dicendole che comunque, l’ha sempre amata.)
Prima questo, per arrivare a quello, e poi a quello …. e ognuno del pubblico, a seconda del livello assegnato, stringe proporzionalmente le chiappe. Ecco, cos’è la piramide. Qualcosa che si INSINUA.
Torna alla mente la frase "….recuperare la vostra professionalità..".
Hostess preposte passano per le file distribuendo tubetti omaggio di vasellina.
Mancano pochi secondi ormai alle cinque. Si, finisce alle cinque. Ultimi flash colorati illuminano la platea, l’ultima diapositiva indica i numeri 5.10.15. Se lo mandi a cinque sarai sfortunato, a dieci tromberaicome un mandrillo, a quindici sarai sodomizzato dal direttore entro la prossima finanziaria.
Le luci si accendono. Colpi di tosse. Sempre, ci sono sempre i colpi di tosse.
Le cornee riempite di capillari rossi tradiscono i dormienti, le gote arrossate i dipendenti in fase di "gemellaggio" sotto le poltroncine; il direttore invece è lì, soddisfatto, lindo, speranzoso. Un fascio di luce dall’alto lo illumina, riflettendosi sulla pelata il riverbero acceca i dipendenti, che si prostrano chiedendo perdono dei loro peccati. La segretaria Bernardette Vianello prende nota di tre obiettivi, chiamati in codice "i tre segreti di Marghera". Diciamo tutti ascoltaci direttore.
-ascoltaci direttore.
(anche questa è difficile, e pure abbastanza bruttina, conveniamone insieme).
Tornando a casa, il comunale racconterà a moglie e figli del lungo e impegnativo convegno, dei temi trattati e delle importanti decisioni prese per il riassetto della sua direzione, di cui lui si è fatto promotore. Si prevede anche una promozione, forse assumeranno anche il cugino arturo, vedrai, come mio uscere personale. E alfonso come autista. Sarà tutto diverso. Applauso della famiglia, lacrime di commozione della nonna, principio di coro da stadio dei due figli.
Il giorno dopo, tutti li, davanti al pc, a fare il solitario con le carte. Cambia un cazzo, cambia.
10 pensieri riguardo “come sopravvivere al convegno”
Rido, come una pazza, perché a riunioni del genere prendevo parte un giorno si e uno no e io non avevo nemmeno la fortuna di avere un Direttore Bellissimo, ma solo un responsabile mediamente passabile. Per il resto… tutto uguale uguale.
Sara
“Il Rocco Siffredi dei calzini…”
;-D!
non le faccio dai tempi delle superiori, queste riunioni con i mecacapi.
devono essere divertenti, a come ricordo e a come scrivi.
beissima Flà!
ma l'”Idiota” è di Socrate o di Paltone, non mi ricordo mai, che sbocio!
ma il capo, se non fosse un capo, sarebbe bellissimissimo uguale? 🙂
cmq io adoro questo motto:
mater semper certa, pater unquam
Oddio, Fla, mancava solo la proiezione della Corazzata Pot’mkin… ah, come? La proiezione è tutti i giorni? Ah, gli attori siamo noi? Noi quelli che stanno in coda dall’altra parte del vetro? Va beh, vah… spero almeno non ci siano scalinate 😉
cazzo quanto mi piacerebbe tornare a quelle riunioni dove uno va a sentire delle robe inutili e ride coi colleghi…adesso sono diventato una via di mezzo tra il direttore pelato e l’impiegato che dorme in ufficio…che palle!
grandioso, sei stata bravissima a descriverlo! Mi sono rotolata dal ridere, giuro, l’ho letto tre volte. Il rocco siffredi dei calzini. ehehe .
prof, lo sa vero che poi mi emoziono… se mi si complimenta io mi monto la testa……
sei brava, complimenti. Maurizio