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Caro Babbo Natale. Anzi, caro Nat.

E’ un tot di anni che non ricevo regali di natale, ma ti comunico comunque che mi son trasferita. Che magari vai a casa mia e non vedi l’albero, e mi togli dal database….metti caso che prima o poi un pensierino me lo mandi.

Potrai dirmi che non ho mai fatto la letterina, nemmeno da piccola. E’ che ai miei tempi non si chiedeva prima: si ringraziava poi. Quello che arrivava era già un miracolo.

Adesso il Gabry mi ha chiesto Emilio. Si, quel robot enorme, costerà una follia. Non lo so se glielo riesco a prendere. In tre mesi ho speso fuori modo, tra psicologi e avvocati, ho pure il contratto di lavoro per aria.
Eppoi non sono più così incline al sacrificio per mio figlio.

Troppe cose sono accadute, e l’ultimo paio, proprio ieri, mi hanno ritrovata quasi ignifuga. Dopo mezzora di sfogo con Santa Nadia da Padova, me la sono messa via e ho ripreso la corsa. Mi sto infreddolendo il cuore, Nat, e arrivo al Natale (festa che mi fa notoriamente intristire e incazzare in sincrono) che sembro uno spot televisivo. Son io Emilio, sono io il robot che fa tutto senza emozionarsi più.

Indi, caro Nat, ti chiedo un paio di cortesie.

Un regalo al mio ex marito: regalagli una situazione imbarazzante. Una cosa tipo un attacco di diarrea con un paio di pantaloni bianchi candidi mentre sta in fila alla cassa del centro commerciale il 24 dicembre. E’ la cosa più carina che mi viene.

Un regalo ai miei amici: un abbraccio caldo. Di quelli che prima o poi servono, da tenere in portafogli, senza che si spiegazzi troppo.

Un regalo a chi suona con me: che ci credano sempre, alla magia. Senza magia meglio fare il farmacista (all’Ipercoop).

Un regalo a me. Mmmm…vediamo: no, nessun regalo. Quest’anno, Nat, voglio evitare la riconoscenza, con chiunque. Ho già dato, ho ricevuto (in testa, sulla schiena, tra la quinta e sesta vertebra, nei giorni 2/7/11/15/23/28 e 29 del mese, nell’orgoglio, nella fiducia, nell’ingenuità e nel far finta de pomi) e or dico, ho già tutto, non mi serve niente, ti mostro il palmo decisa come all’indiano che mi vuol vender le rose al semaforo.

Non ho più tempo per dire grazie.

2 pensieri riguardo “nessun titolo

  1. Pensa a me che ogni Natale invecchio d’un anno!!!

    Comincia ad innervosirmi non poco questa data!

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