Io e Corto.

Io e Corto.

Potrebbe sembrare. Ebbene, potrebbe.

Ma io e Corto non è una metafora del mio matrimonio (in cui il Corto è…presto riconducibile..).

Forse però, matrimonio è. Ci conosciamo da alcuni anni, sarà la moda, sarà l’età, sarà il grado di maciullaggine in cui imperversano (e pervertiscono) le mie corde vocali. Io e Cortisone stiamo insieme. Lo lascio, lo riprendo; lo maledico perchè mi gonfia, manco fossero gravidanze indesiderate, eppure alla fine quest’amante indegno di stima ritorna ciclicamente (nel senso di blister di pastiglie) nel mio quotidiano.

Stamane, svegliata all’alba dal corto per antonomasia (l’ex marito), ho contato una per una le ossa che non facevano sit-in dolorante sul letto, cercando di individuare lo stato di permanenza in posizione eretta che mi sarei potuta permettere durante la giornata. Scivolando per il corrimano di casa, transitando da auto a scrivania con la fedele poltrocina a rotelle, dovrei riuscire a portare a termine l’avventura.

Alle 12, vado dal mio nuovissimo medico, giovane, alto, occhio profondo, spallacce da rugbista con camiciola d’ordinanza alla American Gigolò. E abbronzatura che, diciamolo, rende bello pure Banfi. Dopo un’occhiata all’ugola flautesca, decreta che sono abbastanza giovane e sufficientemente gnokka per disporre un’auscultazione del torace. E mi par giusto.
Camiciola bianca da educanda, di due taglie più piccola pur di far tirar i bottoni (e petto in fuori, a curvare le costole se necessario), mi chiede di respirare. Ah gioia, ma preliminari niente?

Vi risparmio le ciance: il very professional dopo dieci minuti di colpi di tosse e cincionamenti con lo stetoscopio, mi sorride, che le cantanti ogni tanto il cortisone lo devono prendere.

Mi chiedo se ho sbagliato negozio, magari son dal panettiere. Boh, forse non conosco abbastanza cantanti. Tant’è che mi rifila un altro tot di Corto, in aerosol almeno, e un pacco di antinfiammatori e quantaltro. Insomma, far la cantante è una chiavica. Ma inciuciare il dottorino vale la fatica.

 

8 pensieri riguardo “Io e Corto.

  1. Witch non so, ma sulle wings&principessesirene so tutto. Giuro.

    (grazie Miki, anche per aver sorvegliato di là..)

  2. abbronzatura che rende bello pure banfi… per me le donne abbronzate son brutte a prescindere… odio le pelli abbronzate, sanno di volgare.

  3. Ahahahah, Flauta, il “dottorino” è quello in foto?!?

    Scusi ma a me, Lord Crespo di Svezia, la parola “dottorino” fa venire in mente in automatico l’episodio del film di Carlo Verdone, ricorda???

    Eheheheh, “manco dottore l’hanno chiamato, dottorino!!!”, ahahahaha…vabbé, basta, la smetto di ridere.

    Ossequi in camiciola,

    Suo,

    Lord Crespo di Svezia

  4. c’è abbronzatura e abbronzatura, Nick… suvvia!

    Dottorino… tipo Kildaire? Tipo il biondino di House? tipo proff. dott. Guido Tersilli, medico della mutua?

  5. rock n’roll baby. il rock n’roll ha il vantaggio che se pure ti devi deprimere con il corto, almeno puoi tirarti su con il… resto 🙂

  6. Lord, diciamo che la mia infinita fantasia vedrebbe (speranzosamente) pettorali scolpiti su chiunque. Sono un’inguaribile ottimista (e miope).

    momy, esatto. Bionda come sto, troppo scura iz impossibol. Non arrivo nemmeno all’effetto california.

    E non solo perchè mancan le bocce.

    Livefast, ostia, com’è che incespichi nel mio blog? 😀 Vada col Rock’n’roll, con un’ottima birra e olive ascolane. Che danno l’italian style alla cosa.

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