nessun titolo

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Entrò in silenzio in una casa di cristallo. Tutto trasparente, tutto invisibile.

A tratti il riflesso dei suoi pensieri intorno, la turbava. Inciampava, sui ricordi.

Si sedette su di una sedia, davanti ad un vecchio televisore a valvole. Come quello in cui da bambina guardava i primi cartoni in bianco e nero. Azionò la manopola, primo canale, secondo, le immagini della sua vita miste al ronzio del fuori frequenza, senza riuscire a metter bene a fuoco.

Avanti, indietro, troppi programmi, troppi canali, troppi ricordi, ancora inciampava, ancora ci sguazzava dentro.

E allora spegne. No, non spegne. Sta lì, col dito a mezz’aria, aspettando di premere l’off. Aspettando di aver sufficienti palle per premere l’off. Aspettando di non aver più una briciola di rimpianti dopo.

Aspettava ferma, un centimetro avanti, un centimetro indietro, indecisa, sospesa in un limbo di paura e pigrizia.

Si spense la luce,  e lì da apparire un paio di secchi di pittura bianca, una salopette demodé e una parete da inventare. Una pennellessa nuova, senza vecchi colori rimasti dagli anni prima, e destra, sinistra, il gesto sicuro e placido del rimettere a nuovo la propria casa, quella che aveva addosso. Qualche ora di lavoro, un istante ad asciugarsi il volto dal sudore misto a tempera, e gli ultimi ritocchi. Appoggiò in terra secchio e pennelli, osservando con dovizia il compiuto.

D’improvviso l’abbraccio di un bimbo che corre in un prato, e il sorriso dell’uomo che amava, a travolgerle i pensieri, a portarla a giocare ad un gioco nuovo. Per mano, a piedi nudi sull’erba, tutto daccapo.

2 pensieri riguardo “nessun titolo

  1. mannò, bellissimo carissima flauta…quand’è che vieni a casa mia a giocare? c’è giusto un pennello, un rullo e un secchio di vernice bianca pronti ad aspettarti…

    🙂

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