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Quando si dice, non è mai finita.

Gli occhi e le varie membra di cui sono costituita cedono alle nove e mezzo di sera, ma dopo qualche ora, sblam, occhio spalancato al soffitto. La gatta mi guarda per intimarmi di non intaccarla con la mia insonnia ansiosa. Nelle orecchie il rullante di Igor, nel leitmotiv che mi sbatte in testa, 50 ways to leave your lover di Paul Simon. Indicativo, non c’è di che eccepire.

L’aiuto televisivo è micidiale: ribadiscono ogni singola sera che la vita è cara, che non si vive con mille euri al mese, che il precario è un disgraziato, e lì a farti la schedina di quanto costa il pane, la benza, un mutuo, la luce, e il calcolo spettacolare del "quanto spenderanno le casalinghe in più quest’anno", ragionando in cifre attorno ai mille e otto all’anno in più. Due stipendi insomma. Taci che costa di più pure il gas, così si limitano i suicidi da monossido.

C’è poco su cui far ironia. C’è da pensare come farcela.

Libero il frigo per il cavallo, vendo gli organi che non mi servono (tipo stomaco e fegato, ma anche il cuore è nuovo di pacca, inattaccabile…), e passo a lauti pranzi di crackers. Si ma poi? Dove si taglia?

Quest’anno mi volevo regalare la videocamerina digitale. Una piccolina, senza troppe pretese, da un centinaio di euro. Per le recite scolastiche, per le gare di karaté, per i miei concerti. Un vezzo, via. Un vezzo eccessivo, da condannare, ne convengo.
E’ come il telefonino di ultima generazione, il televisore al plasma, il navigatore satellitare, o semplicemente un vestito o un paio di scarpe di marca, cose che personalmente non posseggo e delle quali non sento peraltro necessità, ma che per altri possono avere probabilmente la stessa valenza. I poveri diavoli, che dopo un anno bestiale di lavoro, si dicono "mi premio".

Ero bambina, avrò avuto dieci anni. Per Natale, a totale sorpresa, i miei mi regalarono un walkman. Pesantissimo, con le cuffiette con i cuscinetti rossi. Mio padre aveva finalmente uno stipendio discreto, poteva far fronte a tutto con più serenità, e farmi un regalo "importante".
Ero la bambina più felice della terra. Registravo dalla radio o da Discoring i pezzi che mi piacevano, con un registratore per convegni che mio padre portava a casa di rado, e mentre pranzava correvo a fare cassettine sovrascritte mille volte, per poi restituirlo appena tornava in ufficio. Con, dopo qualche anno, giri di nastro adesivo a tenere insieme un walkman imploso.

Posso dire che al Gabry posso dare ben di più, sebbene la sensazione di non fare abbastanza mi rimane addosso, come l’odore di fritto di un pessimo ristorante.

Faccio un lungo respiro. Ormai albeggia, si apre una giornata diluviante, di un prossimo Natale di incognite, compromessi, e ulteriori tirature di cinghia. Son tornata indietro, daccapo, e temo di non aver scelta.

Dentro di me cerco ottime motivazioni, vie d’uscita. L’unica mia lucina in fondo alla via è pensare che forse posso uscirne, un giorno, e mollarli tutti li e prendere il posto e il rispetto che merito. Ma attualmente, faccio fagotto del mio orgoglio e delle mie aspirazioni, e mi rimetto alla clemenza della corte del destino cinico che decide di me. O forse di una giustizia divina che vuol condannare la mia presunzione. Va te a capire.

Continuo ad ascoltare Paul Simon, e mi dico che obiettivamente…. I need only 1 way to leave my lover. And I know, darling, I know what else…

8 pensieri riguardo “nessun titolo

  1. Che dire, Fla…

    Siam tutti nella stessa barca.

    A me han fottuto i soldi che avevo destinato ai regali, quest’anno, a differenza dello scorso, li avrei fatti…

    Rubati, sull’autobus, nell’unico giorno in cui giravo “carica”.

    Non credo sia solo questo a rendere le nostre notti insonni. A farci crollare alle nove per poi svegliarci alle cinque. O prima.

    Ma io penso che passerà, anzi, ne sono certa.

  2. Consiglio l’ ascolto di “Natale in casa Wizzent” di Elio e le Storie Tese……tanto per ridere, visto che il riso è buono…in tutti e due i sensi.

  3. corretto, miki. c’è una moltitudine di cose che non mi fanno dormire.

    Stanotte ho contato le ore sulla sveglia, per dire….Solo per una lettera da dover scrivere stamane, una semplice lettera che so già come improntare (lavorativa, of course). Ma le cui implicazioni mi strozzano.

    Andre…. okay, vado alla ricerca del pezzo incriminato. Anche natale allo zenzero mi tirerebbe su il morale..

  4. Flà, sono sicura ( …e non lo dico per piaggerìa ) che Gabry avendo te accanto, ha già tutto quello che gli serve.

    I regali ti lasciano un momento di gioia addosso, ma un buon genitore ti segna per tutta la vita.

  5. mata, e un cattivo genitore ti segna pure quello per la vita?…. mica mi sento così brava ultimamente. Anzi. Direi che in questo periodastro, sono tutt’altro che una madre buona paziente e comprensiva.

    @avv, già! a proposito, si intende di penale lei? avrei una consulenza gratuita da richiederle, sfacciatamente.

  6. che dire, gia’.

    penso che una macchina digitale me la merito, e lo penso almeno una volta al mese.

    poi vado in home banking e.

  7. fla , ma come scrivi bene, bene, accipicchia, devo passare di più….Un bacione e su con il morale!!Fai come me, a volte mettiti a ridere anche senza motivo, fa credere agli altri di vivere pienamente la tua pazzia, così i problemi ti sembreranno meno reali..

    Questo commento non è necessariamente per questo post, è che ne ho letti parecchi, avrei dovuto rispondere a tuttio, ma sono pigra…

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