mondo 2.0

mondo 2.0

Scrivo poco, dormo nei tratti disponibili, tengo le pubbliche relazioni del mio quotidiano, incessantemente, con ogni mezzo tecnologico a disposizione, oltre a rari istanti vis à vis, tra un qualcosa e un qualcos’altro.

Mangio male, spesso dimentico di incastrare la voce “nutrirsi” e rispondo meccanicamente all’intimazione del mio fisico, e inserisco del carburante a caso.

Mi rilasso, col perenne senso di colpa di “perdere tempo”. Pulisco casa improvvisando, faccio lavatrici da automa, e non seguo l’asciugatura dei capi. Li vedo apparire sul termosifone di casa, e ricomparire asciutti mentre li stiro (son io che li stiro, penso) ma non me ne capacito. Che mentre faccio questo, sono appena uscita dalla doccia, ho il sugo nel microonde a scongelare e sto correggendo un compito di matematica del nano. Che diventa un problema asciugarsi i capelli prima di uscire per un impegno, figuriamoci un parrucchiere (bisogna pianificarlo di due mesi in due mesi), non parliamo del dire due parole con la vicina, o spendere un minuto in più al bar per essere cortese aspettando il resto da un cameriere. Dev’essere tutto concatenato, le pareti di una cosa contigue all’altra, mettendo una scala ampia di priorità, con sopra a tutte il dover fare tutto.

E mica pesa. E’ il mio quotidiano, sono programmata da anni a tutto questo. La contemporaneità delle azioni, come se la mia vita fosse una serie di finestre aperte su vari network, e io ne gestisco uno mentre ricarico la pagina sull’altro, e via così.

E’ la vita della donna 2.0, perfettamente organizzata e finalizzata alla programmazione di ogni millesimo di secondo della sua esistenza. Che se passa una mattina a letto, a cazzeggiare sotto le lenzuola, si alza tardi vergognandosene, e arranca fino a sera sentendosi una fannullona.

E che soddisfazione quando si riesce a unire tutto, come perfetto meccanismo torni a casa ala sera sapendo di aver fatto tutto. Tutto come? Bah, benino, abbastanza, ma almeno l’hai fatto. Un pressappoco.

Io mi chiedo. Come diamine faremo a creare un’opera d’arte, la musica del secolo, la poesia più struggente, senza poter trovare il tempo per trovarla, pura e disinquinata dalla fretta, l’ispirazione.

9 pensieri riguardo “mondo 2.0

  1. Io spero in un corollario di cinque ordini di angeli ché ogni mattina alzandomi abbia qualcosa da fare per portare a casa la giornata.
    Altro che pareti di cose contigue… la mia realtà è un monolocale immensamente entropico. 🙂
    In questi mesi si vive così… un po’ aspettando il momento buono.

    Francesco

  2. Sante parole. Per questo tutto quello che chiedo e che voglio e cerco e per cui lotto e che lo stronzo di Babbo Natale ancora non mi ha portato è un bel po’ di tempo.

  3. un cantautore spagnolo disse una volta che per attendere l’ispirazione bisognerebbe avere il tempo per guardarsi i propri capelli mentre crescono…
    Forse leggermente esagerato, ma rende bene l’idea secondo me.
    🙂

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