pony express
Prima lo facevo per comprarmi le sigarette, che ero ancora ai geometri. Adesso, ci ho messo sette anni però ho finito, e non so nemmeno come. E anche se lo sono, geometra, non saprei fare altro che il pony.
Siamo cinque fratelli, una madre e una nonna, che non vive con noi ma sta in fianco, ci fa da mangiare e cose così.
Io sarei il secondo. Sarei, perchè la prima non la si vede mai, fa la dottoranda in inghilterra, che poi…. secondo me sta li a far bàgolo con i ragazzetti nei locali, mantenuta da mamma, altro che dottoranda…Poi ho altre due sorelle, una fa pattinaggio e l’altra studia il basso elettrico. Pensare che sono sorelle vere vere, loro, hanno lo stesso papà. Eppure sono una così e l’altra colà. Io le porto a lezione, alle prove, alle gare o i concerti, ma solo se sono prima delle sei.
Alle sei io non sono più un fratello, sono un pony express. Porto le pizze fino a oltre la ferrovia, conosco la mia città come casa mia. Tutte le strade, i numeri civici, quanto ci metto col motorino e che percorso mi conviene. Ormai chi ordina la pizza li conosco, o gruppi di amici o single, che le famiglie vanno direttamente in negozio. E’ certo che con la crisi non vanno nemmeno più in pizzeria, e prendono la pizza a casa più spesso.
La prima consegna è divertente, arriva alle sette. Spesso è quello dell’urbanistica, che poi va in consiglio comunale. Pizza con il gorgonzola e birra rossa. Mi da i soldi contati, è gentile, è quasi… felice di questo rito. A volte mi domando perchè diamine non mangia un panino al bar, o perchè non torna a casa dai suoi, e mi dico che forse sceglie così apposta. E’ un rito.
L’ultima consegna invece è alle dieci e mezzo, e varia sempre. Ma con la mia legge di Murphy, è sempre il posto più lontano possibile, soprattutto se c’è nebbia, o piove, o nevica. Regolarmente.
Poi ci son le sere d’estate, e torno col motorino dall’ultima, tardi. La capa lo sa, che tardo sempre un po’. Vado piano, i pistoni della mia motoretta che strillano e rimbalzano sulle case, e dentro tutti mangiano le mie pizze, belle calde. Mi penso che porto loro qualcosa di davvero bello. Non è una lettera o un pacco, o una torta, o dei fiori. E’ cibo, il miglior cibo che la storia ricordi, ed è immediato, ha un profumo che ti ammalia, un gusto che ti soddisfa subito, ti sazia anche i sensi. Se ci sono bambini, poi, sembra di essere babbo natale… stanno sul balcone ad aspettarmi, e gridano “è arrivato! è arrivato!”.
Gli altri pony non lo capiscono. Sono intenti a far le penne col motorino e a fare i galletti in giro. Arrivano, stanno qualche mese, scombinano i turni, poi spariscono. Io no, son sei anni che faccio il pony. Forse non saprei fare altro, però sono bravo.
Ieri sono andato dalla signora bionda. Suo figlio viene giù per le scale sempre, e lei lo controlla senza farsi vedere. Mi porta i soldi giusti, ma quando non ho il resto mi dice di lasciare li. Avrà otto, nove anni. Ogni volta mi saluta e corre su come un ometto con ste pizze in mano, e mi dice “buon lavoro!”. E io ci rimango come un pero, perchè come me lo dice io sono orgoglioso del mio lavoro. E mi sembra come se lui apprezzasse che gli porto la pizza, e anche un po’ di festa.
3 pensieri riguardo “pony express”
Sono belli i tuoi Topic, sempre più belli…
Ci tenevo a dirtelo, ecco !
Un bacio e un sorriso 🙂
oh. grazie. ecco.
sì, scrivi proprio bene..