Velvet is off line
Mi hai lasciata tre anni fa.
Ho un cassetto pieno di cose non dette, non fatte non decise. E un cassetto, subito sotto, di cose saltate fuori dopo che te ne sei andato via.
Ho giusto un bacio, lo tengo ancora in tasca, e me lo riguardo. Un bacio da vertigini, sul binario, e un ammasso di “non andare, non hai mai tempo per me” che mi hai gettato addosso come una minaccia.
Eppoi sei sparito.
Mi hai lasciato la teoria degli hotel all’uscita degli svincoli autostradali, lo svincolo come nuovo fulcro del commercio. Mi ha lasciato mille cretinate, il lavoro, i tuoi libri comunisti, lo studio di tuo padre e una poltrona di pelle. E le parentesi, tu che eri la sublimazione della parentesi, l’uomo che avrei voluto per orgoglio, e avevo rigettato per altro.
Non che abbia rimorsi, eh. A distanza di anni i ricordi diventano bellissimi, ma io so, io so di aver fatto le scelte giuste. Certo che poi, se avessi davvero voluto, e tu, se avessi davvero voluto. Ma che ne so. Non avevo tempo (te pensa, lo dico ancora, anche a chi è venuto dopo di te, che non ho tempo) e avevo altro da fare. Cose importanti, cose per me. Per me.
Ora abito a cento metri da casa, e a te t’han sepolto a qualche chilometro da dove abitavo io. Come se tanto, non saremmo mai potuti stare. Stare. Come, cosa, non so.
Son passati tre anni. E nello stesso giorno, tre anni dopo, un ragazzo muore in Libia. E io non so dire le parole giuste al suo amico, non so dire perchè il mio cinismo, il mio dolore è più forte.
Quel giorno, e i giorni dopo, ripensavo a quanto investivo nelle persone “sbagliate”. Tu poi, eri l’apoteosi dell’uomo sbagliato. E mi ripromettevo di non perdere più tempo, con chi potevo perdere, senza avere nulla in cambio, senza nemmeno il diritto di poterlo piangere ad un funerale.
Io, che avevo una “pompa idraulica al posto del cuore”, condannata a rimpiangerti. Io che non so cancellare il tuo numero dalla rubrica. L’unico “segreto” di cui non puoi parlare, nemmeno quando la morte ci si mette in mezzo.
Che la morte, la morte ti squarcia in due. Si insinua nella testa, e rimbomba, e non passa, non passa mai, ttutto non ha senso, tutto è idiota, e ogni particolare dimenticato salta fuori, a sbatterti in faccia quanto quella “parentesi” fosse presente nella tua vita.
Ecco. Un lungo noioso sproloquio. Sarà che certe coincidenze mi infastidiscono.
Ad esempio, questo pezzo. Tu, che hai sempre avuto “velvet” come nickname, per sei anni. E caso vuole che sto cazzo di pezzo dei Velvet, parla di te. Per forza parla di te.
Fran, vaffanculo.
5 pensieri riguardo “Velvet is off line”
Accidenti……..Non è la morte che separa solo la mancanza d’amore.
Hai voglia, ad amare una lapide, eh. Duretta.
come ogni anno, ciao fran.
non avevo mai colto.
@cinas… si vede che non voglio far cogliere, ecco..