piano e orchestra

piano e orchestra

Distesa sopra l’erba, gli occhi chiusi ad ascoltarsi il vento, e gli armonici dei raggi di sole, le braccia alzate, a dirigere le farfalle, a dar gli attacchi ai grilli.

I fili d’erba le incorniciano il viso, si mescolano fra i capelli, abbracciano le note che nella mente lei immagina, note colorate, luminose, che le danzano attorno, calde come questo primo sole. E se apre gli occhi, un istante solo che si abituano alla luce… ecco, si… piano piano riesce a veder le nuvole, altissime, quei sogni di panna e cielo, e cinque aerei a rigare quella lavagna azzurra in perfetti pentagrammi, e il suo dito a giocarci sopra, disegnando lenta, una chiave di violino che non esce mai bella quanto si vorrebbe. E la cancelli, e la riscrivi, ed è sempre pasticciata, o troppo infantile, o troppo storta, mentre la si vorrebbe sempre artistica, eccentrica, capolavoro d’arte moderna. Mentre quella di basso è facile, è una virgola frettolosa, esce naturale.

Come le virgole sulle crome, guardale, libellule isteriche che scappano in giro, come le sue idee migliori. E la più grande orchestra del mondo, fata di fiori e profumi, a suonare per lei, pronta al suo cenno, a farsi trascinare come da una brezza dolce, quella che già sa di primavera. La testa che dondola, dolcemente, e un cuore nuovo, che si allarga di gioia immensa, e pompa granelli di felicità nel sangue, per tutte le vene.

L’esecuzione più bella del mondo, nella sua mente libera, e pian piano le braccia si placano. E cercano la mano di lui, al suo fianco, le sue dita lunghe e sagge di musica. Una si immerge nell’altra, mentre la gioia si mescola con quella del suo innamorato, il solista del suo più bel concerto.

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