Un giorno, adesso.
Un giorno ci lasceremo.
Senza clamore, senza sapersi dire molto, stanchi e provati da litigi ed incomprensioni, o solo scevri di passione e troppo fratelli per poterci dire amanti.
Divideremo con calma il mio e il tuo, che prima erano il nostro.
Avremo moti di rabbia sommessi, raggrinziti dall’orgoglio, e ci tratterrà dal discutere solo l’idea di una nuova vita che si prospetterà di fronte. Raccoglieremo quadri, musiche, maglioni, in scatoloni divisi, lasciandone l’ombra sui muri, le orecchie, addosso.
Avviseremo gli amici, e ce li divideremo poco a poco, accantonando l’affetto che ancora ci rimarrà dentro, in uno sgabuzzino del cuore, assieme alle carte della nostra vita insieme.
Ed ogni volta, parlandone, troveremo nuove scuse per dar colpe all’altro, come se tutto quel che eravamo fino ad allora non l’avessimo amato in ogni millimetro. Avremo motivazioni irreprensibili, giustificazioni logiche, come se quella fosse stata l’ideale risoluzione di un contratto che aveva smesso d’esser proficuo per entrambi. Le recriminazioni, ormai, saranno archiviate come.. inutili. Tu avrai un’altra, forse, io avrò un altro, forse.
E parleremo l’uno dell’altra come ora facciamo di chi è passato nel nostro letto prima, raccontando i fatti e le parole, e celando l’amore. L’amore, quello che un giorno, svegliandoci la matttina, puff, scomparirà. E rimarrà qualcosa che non sapremo collocare, tra l’abitudine, l’amicizia, l’affetto e la stima.
Ci diremo soltanto, vabbè, è finita. Forse uno dei due non vorrà mollare subito, forse io, forse tu. Forse soffriremo, e ci andrà in pezzi il cuore, un rumore sordo, senza più musica.
Gireremo nelle nostre stanze, senza trovarci. Soli, senza di noi.
Riusciremo a non incontrarci più, a dividere le strade, a separarci il futuro, e le note. E piano piano, non saprò più nulla di te, dimenticherò la tua voce, le tue mani, il tuo modo di mangiare il gelato girando il cucchiaino, i riccioli bagnati sotto l’accappatoio, il caos della tua macchina e dei tuoi fogli. E forse, anche i tuoi occhi chiusi e la tua testa reclinata sulle dita. Ma adesso, suona ancora per me. Perchè adesso, adesso non voglio pensarci.
Avremo moti di rabbia sommessi, raggrinziti dall’orgoglio, e ci tratterrà dal discutere solo l’idea di una nuova vita che si prospetterà di fronte. Raccoglieremo quadri, musiche, maglioni, in scatoloni divisi, lasciandone l’ombra sui muri, le orecchie, addosso.
Avviseremo gli amici, e ce li divideremo poco a poco, accantonando l’affetto che ancora ci rimarrà dentro, in uno sgabuzzino del cuore, assieme alle carte della nostra vita insieme.
Ed ogni volta, parlandone, troveremo nuove scuse per dar colpe all’altro, come se tutto quel che eravamo fino ad allora non l’avessimo amato in ogni millimetro. Avremo motivazioni irreprensibili, giustificazioni logiche, come se quella fosse stata l’ideale risoluzione di un contratto che aveva smesso d’esser proficuo per entrambi. Le recriminazioni, ormai, saranno archiviate come.. inutili. Tu avrai un’altra, forse, io avrò un altro, forse.
E parleremo l’uno dell’altra come ora facciamo di chi è passato nel nostro letto prima, raccontando i fatti e le parole, e celando l’amore. L’amore, quello che un giorno, svegliandoci la matttina, puff, scomparirà. E rimarrà qualcosa che non sapremo collocare, tra l’abitudine, l’amicizia, l’affetto e la stima.
Ci diremo soltanto, vabbè, è finita. Forse uno dei due non vorrà mollare subito, forse io, forse tu. Forse soffriremo, e ci andrà in pezzi il cuore, un rumore sordo, senza più musica.
Gireremo nelle nostre stanze, senza trovarci. Soli, senza di noi.
Riusciremo a non incontrarci più, a dividere le strade, a separarci il futuro, e le note. E piano piano, non saprò più nulla di te, dimenticherò la tua voce, le tue mani, il tuo modo di mangiare il gelato girando il cucchiaino, i riccioli bagnati sotto l’accappatoio, il caos della tua macchina e dei tuoi fogli. E forse, anche i tuoi occhi chiusi e la tua testa reclinata sulle dita. Ma adesso, suona ancora per me. Perchè adesso, adesso non voglio pensarci.
7 pensieri riguardo “Un giorno, adesso.”
Non è ancora tempo di quei giorni la.
Molto bello Flà 🙂
Molto.
E buona estate 😉
Bellissima 🙂
Sticazzi, Fla.
Sembro quasi io.
Non ci devi pensare, vivi quello che hai pensando di farlo durare per sempre. La vita è già tremendamente complicata di suo, non ha alcun bisogno di aiuti da parte nostra.
io c’ero.
ci sarò.
un post malinconicamente bellissimo.
Io però sono più per il vivi il momento..al resto ci penserò quando capiterà, se capiterà..
Cavoli! Anna! Che parole!