Come tutelare la propria musica senza passare dalla Siae
Siae, non Siae, collecting estere, collecting italiane alternative… Troppo spesso ti passa la voglia di comporre. Approfitto della chiacchierata con Luca Ruggero Jacovella* su Soundreef della scorsa puntata, per provare a trovare una soluzione utile per i giovani autori.
Intanto: scrivo musica, sono giovane, vorrei tutelare le mie canzoni: devo per forza iscrivermi alla Siae?
No. Il costo annuale di iscrizione alla Siae non è ammortizzabile con i proventi dei borderò dei concerti, soprattutto per giovani autori che compilano prevalentemente borderò rossi (che non corrispondo a “riscossione certa” dei diritti) e che hanno difficilmente passaggi in radio o tv (attenzione: se il vostro brano passa in una radio locale, ed a volte anche in alcune nazionali, i diritti sono anche in questo caso non analitici. Ovvero, la radio paga un forfait di diritti che verranno distribuiti agli autori che “vengono trasmessi più frequentemente”, italiani e stranieri. Quindi, niente corresponsione certa, a meno che non siate Beyoncé).
Quindi servono alternative. Chiediamo a Luca.
- Luca: Oggi è possibile tutelare le proprie opere dal plagio, ovvero poter dimostrare agevolmente la paternità delle stesse, in maniera telematica, a costi ridottissimi, e senza passare per SIAE (i cui costi anche per questa tipologia di servizio sono molto alti). Le principali soluzioni che conosco sono due: Patamu.com (piattaforma di deposito che collabora con Soundreef), e Tutelautore.com (portale di uno studio di avvocati). Entrambe rilasciano una “marca temporale digitale”, che, attraverso un sistema di crittografia, lega in maniera univoca l’opera (musica, poesia, saggio …) ad una data certa.
E’ possibile anche scegliere il tipo di licenza con la quale diffondere l’opera, se in copyright tradizionale o “creative commons”. Patamu chiede un’offerta libera, mentre Tutelautore chiede solo 1 euro per ogni deposito di opera.
Una volta si diceva che bastava autospedirsi in raccomandata una busta con dentro i propri brani incisi, tenendola chiusa come prova. Ora si aggiunge che basta una registrazione di un live, magari pubblicato su YouTube o Vimeo o Soundcloud… Proviamo a chiarire bene la questione? Lo spauracchio del “plagio”, peraltro ben complicato da dimostrare in un tribunale, è un problema molto sentito.
- Luca: la legge sul diritto d’autore, per quanto obsoleta in alcune cose, riconosce però la paternità della creazione (da cui il diritto dell’autore) nel momento stesso in cui nasce l’opera, senza alcuna formalità.
E’ chiaro che però tale paternità va dimostrata, in caso di plagio. Anche la testimonianza di qualche ascoltatore potrebbe far fede. Per cui ogni strumento o testimonianza possono essere sufficienti, come anche la pubblicazione di una registrazione, di un video… ma ritengo non siano strumenti o supporti eterni: la pagina di pubblicazione del video potrebbe essere cancellata, il server di un sito potrebbe sparire…
Per cui, ribadisco, la “marca temporale” è la migliore soluzione, agevole, sicura, economica e moderna. Anche con 1 solo euro di costo per un’opera intera.
Aggiungo il fatto che non essere autori Siae ha una ulteriore facilitazione: suonando solo brani propri si può evitare il pagamento del borderò da parte dell’organizzatore del concerto, trattando direttamente il compenso per i propri diritti, rilasciando una certificazione che dichiari che i propri brani non appartengono al repertorio Siae.
Luca, ma tu che ci bazzichi spesso ed hai il polso della situazione… com’è il clima in Siae? Davvero stanno cambiando le cose?
- Luca: In SIAE ci sono almeno due “anime”: chi davvero sta lavorando alacremente per riformare tanti aspetti (da una più fedele ripartizione pensando ai “piccoli” autori, dal borderò elettronico all’abbassamento delle quote, ad un sistema più moderno e trasparente), e chi invece, per natura professionale o sensibilità diciamo “diversa”, pensa di più alla gestione economica della Società, attraverso investimenti immobiliari e quant’altro…
Tra le persone emerite, vorrei menzionare Alessandro Angrisano, membro del Consiglio di Sorveglianza e Presidente Acep.
In sostanza, qualcosa si sta muovendo, ma i tempi sono molto più lenti di quanto avviene in società più moderne e più piccole.
Okay. Attendiamo fiduciosi.
*Luca Ruggero Jacovella, musicista, consulente tecnico in Musica per il Tribunale di Roma, ha redatto un appello pubblico e relative linee guida per il riconoscimento del diritto d’autore nelle improvvisazioni jazz. Collabora con SosMusicisti.
(Avete domande o volete delucidazioni? Chiedete, nei commenti, e vi sarà risposto. Guai a voi se vi lamentate di Siae, però, eh. Qui cerchiamo soluzioni, mica rissa…)
21 pensieri riguardo “Come tutelare la propria musica senza passare dalla Siae”
Ciao! Suono in una band e stiamo per produrre un CD di brani inediti. Li abbiamo marcati temporalmente con patamu ma per i compensi per diritti d’autore non vogliamo affidarci alla SIAE. Possiamo iscriverci alla IMRO(corrispondente della SIAE irlandese), registrare le canzoni sul loro sito e fare in modo che se quelle canzoni vengono passate in radio, TV o altre piattaforme, sia in Italia che all’estero, ci spetti un guadagno?
Grazie
Per l’estero potete farlo benissimo. Per l’Italia, ricorda che solo le maggiori radio (intendo Rai e olimpo) trasmettano l’elenco esatto dei dischi in rotazione, mentre per le altre radio (anche di grande ascolto) c’è unicamente una assegnazione dei diritti ai brani che Siae considera i più trasmessi (di solito pezzi esteri, per giunta…), quindi non contarci troppo. Comunque vada, in Italia è sempre Siae che raccoglie i diritti e poi li trasmette alle collecting estere, quindi non farci troppo affidamento… Ah, dalle web radio (anche estere) mai vista una lira…
Ciao, sono incocciato nel tuo blog cercando informazioni sulle tutele del diritto d’autore ed eventuali alternative alla Siae. Ho letto i post che ormai risalgono a circa un anno fa se non erro. Sto valutando soggetti come Patamu e Soundreef ma tribolo a discernere bene come funzionano e una prima risposta venutami stamattina da Soundreef breve e laconica non mi ha tanto chiarito le cose. Il mio scenario è un po’ complesso, le mie esigenze composite, non so bene come conciliarle e forse ti aiuterà avere qualche elemento di valutazione in più, cercherò di essere breve per non annoiarti e abusare del tuo tempo.
Dunque, sono un compositore formatosi nel clima stilistico degli anni ’80, ’90, quindi in forte influenza dei repertori contemporanei del ‘900, delle avanguardie, atonalità, ecc. immagino avrai già inquadrato l’ambito di nicchia nel quale mi dibatto. Sono rimasto fermo una ventina d’anni perché concentrato su mie altre attività legate a giornalismo, comunicazione, editoria. Dal 2011 mi sono rimesso a fare anche il musicista e a studiare (comincio quest’anno l’ultimo anno del Biennio Afam di Composizione). Le occasioni di attività che mi stanno arrivando sono su tre fronti al momento: alcune esecuzioni di miei brani originali in stagioni pubbliche e private; esecuzioni di trascrizioni (Liszt, Schumann, Piazzola, Jobin…) commissionatemi da solisti, organici cameristici anche prestigiosi; recente avvio di un progetto che mi coinvolge per la produzione di musiche per pubblicità. Ne derivano una serie di quesiti perché rientrando nell’ambiente musicale ho dovuto prendere atto della devastazione imperante – anche da te denunciata – ma mi trovo paradossalmente ad affrontarla da cinquantenne privo di sufficiente esperienza per il ventennio di stand by cui mi sono artisticamente sottoposto. Provo a riassumere per punti:
– Alternative valide alla Siae che permettano di depositare i pezzi originali e trascrizioni riscuotendo i relativi diritti?
– Se faccio trascrizioni per altro organico di composizioni ancora soggette a diritti (es. Piazzolla) come devo muovermi? Devo chiedere una liberatoria? A chi? Come lo trovo? Ci pensa il soggetto presso cui deposito il pezzo, Siae, Patamu o Soudreef che sia?
– Chi e come si calcola la percentuale di royalties che vengono a me in base alla creatività che posso mettere in una trascrizione/rielaborazione di un brano soggetto a diritti e anche di brani classici con diritti scaduti? Mi sembra di ricordare che in Siae ci fosse una commissione che si riuniva apposta per valutare le partiture.
– Se faccio la musica per uno spot pubblicitario video di 20″ o 30″ che andrà in network televisivi, radio e/o cinema percepisco diritti ogni volta che viene trasmesso? O è fantascienza?
Per ora mi fermerei qui, altrimenti mi espelli dal tuo blog e non potrei biasimarti.
Ciao e grazie in anticipo se potrai rispondermi.
Corrado
Ciao Corrado, porti in causa questioni complesse (non tanto per l’argomento, quanto per il fatto che tutto ciò che riguarda Siae è volutamente nebuloso) ma che penso possano interessare molti. Mi dai qualche giorno per informarmi bene e preparare un articolo esaustivo sulla questione?
Intanto alcune cose: le trascrizioni e gli arrangiamenti non hanno diritto ad alcun diritto Siae. Puoi pubblicarli, in forma cartacea o discografica, c’è chi sostiene serva una autorizzazione dell’autore originale (ma nel tuo caso Listz, e suo genero come nel mio caso, sono irreperibili….), ma non hai diritto (in Italia) ad alcun riconoscimento di diritto d’autore.
Per quanto riguarda le royalties per spot pubblicitari… i diritti arrivano, e se non arrivano puoi segnalarlo a Siae che si mette in moto in tal senso molto volentieri. Calcola che per la classica i diritti sono diversificati (“musica colta”) e hanno un trattamento economico molto più favorevole della musica pop.
Il mio consiglio? Se devi fare musica originale, e sai che verrà eseguita tot volte l’anno (con i famosi bordereaux blu, quindi pagamento sicuro di tutti i brani indicati) Siae è una buona idea, tutto sommato. Se invece parli di trascrizioni od arrangiamenti… beh, mi informo come posso ma, allo stato attuale, non hai diritto a nulla (i diritti per tali brani vanno a Siae, che li girerà agli autori originali o loro eredi). La percentuale? Non è dato sapere. Purtroppo come trasparenza in tal senso Siae è piuttosto “nebulosa” (che vuoi farci, non mi viene un altro aggettivo…)
Ti ringrazio Anna Maria, i miei dubbi derivano anche dall’assetto che sta prendendo la mia attività. Anche se la mia formazione è quella del musicista contemporaneo e proviene dalle suggestioni delle avanguardie del ‘900, con quello che ha preceduto e seguito, credo che oggi come oggi un musicista possa avere un atteggiamento di apertura professionale tale da permettergli di operare su più fronti, anche in base alla competenza e alle occasioni che si creano. Sono caduti molti diktat e rigidità ideologiche. Se mi viene chiesto un pezzo atonale che risponda a determinati criteri stilistici e linguistici cerco di attingere alle competenze relative nel mio percorso formativo, ma non credo che dovrei per spocchia intellettualistica rifiutare altri stimoli come la musica per una pubblicità o delle trascrizioni per interpreti di vaglia fra l’altro di repertori pregnanti come autori romantici o più moderni ma di spessore. Se poi a suonarmi le cose sono dei solisti dei Berliner com’è accaduto di recente, dovrei essere un pazzo per rifiutarmi. Questo mio fare però solleva questioni operative e artistiche complesse e vorrei trovare la miglior soluzione per vedere di tutelare il mio lavoro e se posso anche di cominciare a guadagnarci qualcosa. Cercare un editore? Non cercarlo? Iscrivermi alla Siae? Optare per una realtà estera? E via dicendo… Ti ringrazio per l’attenzione e leggerò eventuali approfondimenti che vorrai fare sul tema.
Ciao e complimenti per il blog! …anche io come Corrado ho trovato il tuo sito cercando qualche indicazione su come muovermi nei confronti della SIAE…
Il mio intento sarebbe quello di mettere in vendita alcuni brani da me composti (genere elettronico – easy listening). Vorrei registrarmi in SIAE e quindi utilizzare servizi come CDBaby o Zimbalan per distribuire a basso costo i brani per la vendita negli store digitali… bene ecco il dubbio: è lecito farlo se mi iscrivo in SIAE?
Nelle FAQ della SIAE si citano solo YouTube e iTunes con i quali la SIAE ha stipulato accordi. Ho contattato la SIAE e mi hanno detto per telefono che dovrei pagare una licenza per “Digital Delivery”… a parte l’ulteriore costo, sul sito però si dice che questa licenza serve per “inviare i brani alle emittenti radiofoniche”… Tu sai in questi casi cosa è corretto fare, ovvero se vi sono delle limitazioni?
Ti ringrazio in anticipo.
…un ulteriore quesito rileggendo l’intervista : pensando di tutelarsi utilizzando le marche temporali, potrebbe essere utile (o addirittura necessario) utilizzare *anche* la firma digitale abbinata alla marca temporale?
Ciao
CIAO SONO PASSATO PER CASO PER IL TUO BLOG E AVREI UNA DOMANDA ALLA QUALE TI SAREI DAVVERO GRATO PER UNA RISPOSTA..
SONO UN CANTAUTORE SCRIVO BRANI CHE VORREI PUBBLICARE SU ITUNES. SE MI AFFIDO AD UN RIVENDITORE CHE PER ME CREA L’IRC CODE E IL CODICE A BARRE E PUBBLICO SU ITUNES SONO TUTELATO IN CASO DI PLAGIO?
IN ALTRE PAROLE, IL SEMPLICE FATTO DI PUBBLICARE UN BRANO SU UNO STORE PUO’ FAR FEDE, IN CASO DI PLAGIO, SULLA MIA PATERNITA’ DI QUEL BRANO??
GRAZIE MILLE IN ANTICIPO!
MARX
Ciao sono Lara la cantante di un gruppo che fa inediti, siamo alla pubblicazione del nostro primo cd e ciò che ci interessa e’ la tutela dei brani evitando la siae.
Quale soluzione economica possiamo usare ed inoltre prima di consegnare il materiale a chi poi ci pubblicherà, come ci mettiamo al sicuro?
Grazie
se io ho un brano depositato alla siae, come faccio a passarlo a soundreef?
Per la tutela del diritto d’autore oggi non ci sarebbe più bisogno di affidarsi a tutori esterni. Basta comprare ad esempio uno stock di marche temporali – 50 marche temporali di solito costano sui 12-15 euro – da un provider autorizzato (si cerchi su internet) ed applicare la marca temporale sul file (ad esempio mp3 o ISO nel caso di compilation su cd rom). La marca viene applicata con un software che viene scaricato insieme all’acquisto delle marche. Per l’applicazione delle sole marche temporali non è necessario alcun kit. Mentre se si vuole anche “firmare digitalmente” l’opera è necessario anche acquistare il kit per firme digitali. Dopo avere applicato la marca temporale, quel file viene legalmente “datato” e la datazione ha valore legale. Ovviamente se si parla di sfruttamento commerciale dell’opera si apre tutt’altro discorso.
Ciao, io sono un produttore di basi digitali per hip hop e dubstep.
Mi piacerebbe molto tutelarmi tramite “Tutelautori.com” ma non riesco ad iscrivermi, mi chiedo se non sia già “liquidata”…
Comunque il mio intento è quello di proteggere i miei brani dal download su facebook, youtube e Souncloud; e quello di poter vendere i miei prodotti (Auto finanziandomi) a dei negozi…come è possibile farlo? Grazie.
Ciao sono la solista di un gruppo giovanissimo. Vorrei sapere se per i riarrangiamenti esiste una prassi da fare prima di poter andare in radio o rrgistrare e pubblicare. Per altri quesiti mi hai già dato una risposta da Luca. Grazie anticipatamente
ciao a tutti sono un dj emergente e volevo utilizzare soundcloud per pubblicare i miei brani. mi chiedevo una volta fatto l upload del mio inedito tutti possono ascoltarlo e posso pubblicarlo anche sui social tipo facebook? altra domanda come faccio a tutelare il mio inedito? usando sempre soundcloud rischio che qualcuno possa scaricare il mio brano e distribuirlo a chiunque? grszie
Un soggetto iscritto alla SIAE, che voglia tutelare una sua nuova opera con creative commons, può farlo tranquillamente? Può successivamente chiedere a SIAE la tutela di quel brano?
salve,
(complimenti per l’articolo)
sono un “produttore” di musica house/techno e la mia domanda è :
voglio iscrivermi e mettere le mie tracce su soundcloud, bandcamp, etc etc , quali “azioni” devo intraprendere per non avere problemi con Siae o organi competenti ?
aldilà delle regole e condizioni di ogni piattaforma, legalmente cosa devo fare ?
Sono agli inizi (e si capisce :)) e premetto che non sono iscritto a nessun Ente, quali cooperative dj, siae etc etc …
ringrazio tantissimo , per l’eventuale risposta.
Domenico
Se si pubblica autonamente un brano inedito su Soundcloud i diritti d’autore ci sono? In parole povere potrebbero rubarti il brano e pubblicarlo?
Salve, ho composto un brano da discoteca ma lo suono alla tastiera,live…, quindi effettuando una registrazione live, o in alternativa sto pensando di fare un video musicale con appunto il mio brano. E senza falsa modestia…a giudicare dall’entusiasmo dei tanti che l’hanno già ballata, canticchiata ed ascoltata…ma ignari sul “dj” che non sono che l’avesse fatta! Come posso far in modo che quindi possa assicurarmi legalmente la paternità contro plagi postumi? E per avere un introito in caso di messe in onda in radio o altrove come funzionerebbe? ( immagino cosa starete pensando..su tanto ottimismo o “autostima”… Ma è tanto tempo che ho questo brano…tarlo e voglia di vedere cosa realizzerá….visti tutti gli “esperimenti” fatti…e perché no..poterci ricavare il giusto!
Salve.
Oggi c’è una specie di liberalizzazione del diritto d’autore ma per principio di tutela salvo obblighi normativi un’opera di cui è provato l’autore originale ha già si per sè una tutela; ma la normativa antica poneva un limite. oggi andrebbe vista la situazione lavorativa e il fatto che un’opera può permettere di lavorare e realizzarsi a tanta gente oltre al fare comunità che è già un qualcosa di bello a sè. si dovrebbe facilitare maggiormente l’ingresso nel mondo della musica per i nuovi a rispetto e tutela di tutti i diritti costituzionali e morali e ovviamente occorrerebbe un sistema differente. Semmai con un buon rispetto di chi vi a preceduto e per la sua anziana età ed esperienza si potrebbe ottenere quella semplicità d’ingresso in un mondo che presenta ancora molte difficoltà così come altri mondi lavorativi. Basandosi sulle realtà di fatto si è creato un comune mondo di concorrenza e di mercato che forse molto poco si addice all’arte di per sè e alla figura dell’artista costretto a trattare di materie economiche sacrificando quella parte di sè che vorrebbe solo esprimere la propria arte a vantaggio di tutti. Forse ancora complicato o qualcuno che non si convince del fatto che tutti devono avere lo spazio per esprimersi e anche uno spazio economico opprotuno. Chissà questo governo che viene dal definito sud Italia che stà mostrando molto coraggio e fermezza se pur combatte ancora contro una mentalità definita del nord troppo superficiale e poco effettivamente efficiente e solidale-assistenziale. Non si sente il principio educativo di crescita di assistenza alla crescita caratteristica dei terroni…è un bambino, è un giovane…naturalmente utilizzo il termine terrone come complimento…si dovrebbe ben capire che essere legati al lavoro della terra è un complimento molto elevato.
Sarebbe bello vedere in ogni settore gente che attende il proprio turno e che lavora con la serenità dell’altrui attesa…farebbe bene a tutti…chissà il futuro…
Che sia fatta una Volontà oltre umanità…
mele, carne, malva, un po’ di vino…una preghiera…
BUONASERA !! Ho scritto e musicato , da autodidatta diversi brani. Non leggo la musica ma l’amo profondamente. Vorrei dare visibilità alle mie opere e tutelarne la paternità senza necessariamente l’ausilio della SIAE ..la soluzione migliore??