Tengo le unghie corte.
Tengo sempre le unghie corte. Voglio evitare la tentazione di arrampicarmi sugli specchi per giustificare i miei errori.
Non ci metto lo smalto. Non mi piacerebbe vedere del colore sulle mani, con sotto la tastiera del pianoforte, potrei confondere la dinamica.
Ci metto la crema, sulle mani. Sono sempre molto grata al loro lavoro, allora le spalmo con affetto e riconoscenza.
Mi è capitato di avere tagli profondi, o brutte storte, o contratture pericolose dopo cadute da cavallo. Le ho viste rosse di geloni, blu di ematomi, bianche ed indirizzite, abbronzate col segno degli anelli. Anelli che non porto più.
Le guardo, ora che saltellano sulla tastiera sopra le lettere, ci rivedo tutte le coccole date, gli schiaffi repressi. Le mani strette, i saluti da lontano. Il mignolo poi, in cui vedo ancora la mano di un neonato che lo stringe forte.
Oggi queste mani le userò bene. Per farne solo carezze.