nessun titolo

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E’ finita.

Ho avuto gli incubi tutta la notte, come ci fossi ancora in mezzo. Li vedevo ovunque, esagitati, in completa amnesia di ciò che dovevano fare, in crisi ipoglicemica, isterica, depressiva. Larsen, cavi che stridevano, rullante non staccato sui pezzi acustici, cavi su cui inciampare, strutture perdute.
E io che, fortemente, avrei voluto non essere li.

Non mi sono divertita. Non ho avuto la forza di gioire per i brani riusciti bene, ne’ di fare lavate di capo a chi ha fatto macelli.
Elisabeth mi ha chiesto, alla fine di tutto "beh? …ci dici sempre qualcosa alla fine… e invece non dici niente?"

Non ne potevo più. Ho mollato tutto dopo l’ultimo pezzo, ho riposto la maschera entusiasta della maestrina semi-perfetta, ho caricato tutto in macchina e sono andata a casa. E per strada, e tutta la notte, continuavo a preoccuparmi. Ah si, devo stopparli li, devo ricordargli di qua, e far le voci li, e sistemargli in microfono, e bla bla bla.

E’ finita. Ah si.

Ho cancellato tutti gli sms di questa infinita settimana, gettato scalette e testi, gettato le cartelle sul pc coi brani, le registrazioni, gli appunti. La nausea che mi ha dato tutto questo vorrò rielaborarla a settembre, ma ora, ora basta.

Inizia, finalmente, l’estate.

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