El Caigo.
Dalle mie parti si chiama così, la nebbia fitta fitta. Chilometri di muro bianco appiccicato al parabrezza, l’IPOD con cui ripassare i cori e Cicci che mi parla a ruota libera. E’ spettacolare, il Cicci.
E’ un bel gruppo questo. Di certo c’è Tommaso, che dà il tocco di classe, io faccio da bambolina, e il quarto è Luca, che imbarazza con la sua sbadataggine. In sostanza ci sarebbero anche i numeri, se solo si riuscisse a pulire il progetto, a rifinirlo, a prepararlo a tavolino. Ma i musicisti son tutto meno che organizzati, come disse qualcuno "hai gli spartiti come sottovasi", non si può certo chiedere di più.
"Ma sai, son venuto senza toccarmi. E la sera son andato con una per paura di esser in piena crisi da eiaculatio precox, e con lei niente, dopo un’ora mi son stufato". Un po’ mi scappa da ridere, ma l’argomento è serio, perdiana. Nulla di meglio di sparlar di sesso con tre amici prima di un concerto.
Mi sento un po’ mamma, anche se ho diec’anni di meno. Il soundcheck fatto malamente, e qui in palco si sente un boato di percussioni e campioni sparati a mille. Facciamo il toto-tonalità ad ogni pezzo, ridendo, come fossimo nel salotto di casa mia e non dentro un concerto.
E non finisce mai. La mia mise squisitamente "figlia dei fiori di famiglia bene", con le famose scarpe alte dorate che a ballarci due ore ti stroncano i polpacci, e mi sento molto patty pravo al piper. Son gasatissima per l’effetto che ho comprato stamattina. Mi sento elettronica, una flauta elettronica. Il delay, il uaua… sembro un quindicenne che prova il distorsore della chitarra per la prima volta. Sembro scema, okay, è il termine giusto.
Mi sto disintossicando. Non l’ho chiamato ne’ prima del concerto, ne’ il giorno dopo. Un weekend di astinenza da compiti, da raccomandazioni, pranzo e cena da imbasdire, lavatrici da far andare. Ho tirato il freno a mano, e non c’è la parvenza lontana di un senso di colpa…. sto guarendo dalla mammite.
E per il resto…. il resto è scrivere sapendo che ogni parola può ferire. E vedere un’auto nascosta nella nebbia, che mi spia. Potrei far becero sarcasmo, ma a che pro? ….
7 pensieri riguardo “El Caigo.”
godibile, intelligente, vivace e ironico come sempre. ma c’entra il concerto bolognese?..a proposito (e anche tsk, tsk…fumettisticamente onomatopeizzando), vediamo di distinguere l’emilia dalla romagna, esiste un trattino e io sono nella parte dopo-trattino…il lambrusco quindi ti era assolutamente concesso 🙂 ciao cara fl.
cosa c’entra il concerto bolognese? ma se è da sfondo a tutto il resto!!
so bene che c’è il trattino, come tra friuli e venezia giulia… e come anna e maria…. eheh.
questa la capisco solo io, azz.
Ci tenevo a dirti che ho mollato l’analista. Ci tenevo a dirti grazie.
@judy…Brava. Hai avuto l’input giusto, ho solo dato voce a ciò che probabilmente pensavi pure te.
Sei una grande, ricordalo.
che giornatina…che fosse da sfondo l’ho capito pure io, era una semplice curiosità…baci.
Naaah, il wawa sul flauto?!? 😀
Esosa! 😀
Io ti dirò che non è tanto il nome, è che un gatto è un gatto (si nota che ho avuto pessime esperienze coi gatti delle ex? :-D)
il becero sarcasmo aiuta, ma non bisogna abusarne.