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Ho un problema con le scarpe. Ho un problema con la mia femminilità.

Che è noto, le donne hanno una passione sfegatata per le scarpe, per gli accessori, per i trucchi, per il guardaroba in genere. Nel nordest che macina, c’è poi il virus del pandant, e un inquietante uso smodato dell’accostamento scarpa-bracciale-orecchino-maglietta-borsa-mutanda. Si, mutanda in tinta, maipiùsenza in quest’era della vita bassa.

Ecco, se ne deriva che io non sarei donna. A Me Non Mi Frega una sacrosanta cippa del pandant.
Quando poi i trenta fan lievitare come il pane del mulino, e la routine da madre di famiglia di fanno saltare numerose happy hour e occasioni mondane, te ne infischi abbastanza della foglia di fico da metterti la mattina.

(attualmente, giornata lavorativa, canotta a costine viola con pantalone nero largo con sbuffo alla fine, da vero rapper,  scarpa da tennis, e all’abbisogna mossa alla JLo molto Piis en Love)

Venerdì pomeriggio, centro commerciale di fiducia, negozio di fiducia, scelgo la mise per il concerto della settimana successiva. Che il nero non va bene, il nero è solo della band, la cantante si veste diversa, per distinguersi (da quelli che sono musicisti veri, nrd). Il colore scelto è, in barba a millenni di sfighe, il viola.
Un bel viola con accenni di oro, un bel vedere proprio.

Il problema è stato…la scarpa.
I miei storici taccacci neri, dopo anni di onorato servizio, han deciso di far male, ma male, ma di quel male che cammineresti scalza. Ti prende il mal di testa, stringono la caviglia e ti si gonfia il polpaccio, la coscia, il ventre e infine pure le tette. No, alle tette non c’arriva mai, cazzo.
Indi via, dopo mesti funerali e medaglia al valore, con violino tzigano in sottofondo e discorso di commiato dell’amministrazione comunale nella persona del signor sindaco, le ho messe al prato.
Come i cavalli a fine agonismo.

La ricerca del degno sostituto, col fedele settenne rocker dietro, è iniziata nel più gigantesco dei negozi di calzature che il mondo abbia conosciuto. Le ho provate tutte. O non c’è il numero, o c’è ma è stretto (e il successivo manca) o c’è ma è largo (e il precedente manca), o c’è e va bene ma è del colore sbagliato. Zeppa alta, zeppa bassa, infradito (odio l’infradito), sandaletto, tacco a spillo, stivaletto, niente, niente, niente.

Sono uscita con un paio di scarpe da ginnastica, bianche.

A casa non mi andavano più. Provate senza calzini (che pure io mangio pane e volpe la mattina).

Lunedì sera, nonostante il Ponte della Libertà bloccato da un carico di lavatrici sull’asfalto (giuro, non è una metafora), mi imbatto nel traffico di nuovo, e torno. Cambio le scarpe. Si, c’è il numero giusto. Si, è il giorno giusto, ci voglio provare.

La commessa mi da fiducia, ce la farai flauta, si, i pianeti sono nella congiunzione astrale, e il moroso dice "non devi capirmi, devi amarmi". Che son certezze importanti (?), in questo momento difficile.

Alla fine… eccole. Sandaletti altizzimi, color oro. Tacco stretto ma non troppo, cingono caviglia et tatuaggio annesso, con classe e disinvoltura. Riesco a ballicchiare abbastanza equilibratamente, dando l’idea più di ragazza cubo che di flautista con problemi vestibolari, insomma, è la morte sua.  

Le prendo. La visa passa sulla macchinetta, e il suo microchip mi guarda commosso. Ce l’ho fatta. Applausi delle commesse. Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per la forza di gravità.

Ho tre paia di scarpe ora. Mi sento già donna, una vera donna, oh yeah.

27 pensieri riguardo “nessun titolo

  1. anna… e’ che io mi perdo sempre a guardarti negli occhi… e mi fermo a quelli, che sono cosi’ tanto belli…

  2. pensavo di essere l’unica: anch’io ne ho tre, e naturalmente metto sempre quelle da ginnastica. l’altro e’ un sandalo sportivo, ovviamente. e il fedelissimo sandalo elegante nero che avro’ da tipo 15 anni.

  3. Io odio comprare scarpe.

    Vero è che non sono donna, dunque qui non interessa.

    Però interesserebbe allo scrivente una fotina delle scarpe dorate, ecco…

  4. Io non mi ritengo una donna, però le scarpe sono una delle poche cose che adoro…

    [Tu mi hai vista in una delle rare occasioni in cui non porto i tacchi… Ma erano nella borsa… :-)]

  5. il post capita a fagiuoo. Mi sono appena accorta che il sandaletto bassissimo color oro appena acquistato in realtà pur essendo bassissimo e non avendoci per niente camminato fa male. Cioè io mi ero provata la destra e mi fa male la sinistra. Domani tocca far la faccia tosta e cambiarlo con altro modello. A me piacerebbe comprare le scarpe se non fosse così difficile e non mi pentissi puntuialmente dei miei acquisti!

  6. esser stata dotata da madre natura (e mamma Grabry – la mia) di piedoni grossi e rotondi mi salva dagli eccessi sandalistici. Qualsiasi scarpa aperta mi sta da schifo, indi la evito, mentre quelle chiuse non si abbinano agli abitini (anch’essi chiusi nell’armadio). Però ho seicento paia di scarpe da tennis stessa foggia, diversi colori, lavabili a mano o in lavatrice.

    Non esser stra-gnoKKa a volte è comodo ;D

  7. solidarietà alla flauta, ai suoi piedi (no non ci devo pensare, no, no), e ai suoi tatuaggi

    l’ucraino

  8. niky, ma tu sei un amore, lo sai? Sbattito di ciglia tutto per te, formato famiglia.

    @search, mi hai ispirata, lo ammetto.

    @xtletc, ma benritrovata ragazzaccia! Anche a scomputo del commento di cinas, si, ho poche scarpe. Odio comprarle. Ho un paio di scarpe da tennis, gli stivali da motociclista, il tacco da paura (quello che ho sostituito col tacco oro), e qualche zeppa all’abbisogna.

    Non fanno conto la ciabatta e lo scarponcino con ghetta da equitescion.

    La fotina per Lord forse la faccio, vediamo, sono un po’ incasinata ultimamente.

    Ah, lord non è donna, è solo adorabilmente gay, via.

    @miki, ti ci volevo vedere sbronza sopra i tacchi, sisi…

    @maf, respect. Io faccio chilometri, e non ce la faccio con scarpe scomode, mi si formano vesciche e lividi inenarrabili…

    @mamo, semmai questo blog è di una vecchia ciabatta..

    @llutor, giura? Che detta da uno col tuo template, vuol dire che mi adori! 😀

    @momy, ma poi quando mai si guardan le scarpe in una donna??

    @sioux, il panettone di JLo è inarrivabile, ma anche io sono un bel vedere (anoni, dillo, dillo!!).

    @eddi, Gabry ringrazia intonando un lied di schubert al pettine d’osso carsico con backgroud di ottoni e minipimer in parti uguali.

    @ucraino….ucraino? però.

    Se gliela faccio, butto giù il post sui tatuaggi (standing ovation).

  9. io proprio ieri ho comprato un paio di asics argento con righine nere e rosse che sono un a-m-o-r-e!

    sa com’è, ero depressa…

  10. Avv, meravigliosa donna… la capisco.

    Lei capisca me: le scarpine da tennis bianche (e oro, bisogna dirlo) cambiate l’altro giorno, ecco. Messe stamattina….la scarpa sinistra manca della linguetta. Quella sotto i lacci.

    Questo acquisto non s’ha da fare, disse Don Abbondio calzolaro.

  11. Salve, provengo dal Cinas.

    Vedo che davvero le scarpe son la tua croce e delizia…

    Ehm. A proposito delle scarpe bianche da tennis.

    Sempre per la serie Perfino i blog possono essere di qualche utilità.

    Alcuni suggerimenti, forse non del tutto insensati.

    1. Tu non hai lo scontrino ma chi te le ha vendute sì. Prova a chiedere un duplicato. E non arrenderti alla prima commessa, parla col titolare.

    2. Se hai pagato con un bancomat o una carta di credito, puoi avere dalla banca un estratto conto da cui risulti qual è il negozio presso cui hai fatto l’acquisto.

    3. O magari sulla scatola delle scarpe c’è un talloncino del negozio, altro grave indizio a carico del medesimo.

    4. Per legge, hai due anni di tempo per chiedere la sostituzione dell’articolo difettoso, se il difetto è tale da renderlo inutile.

    Bye.

  12. ….evvieni. Grazie ziby. Quando si dice che avere un blog serve.

    Quindi non serve che gliela dia al commesso? Queste si son notizie.

  13. come stracippa si fa a produrre una scarpa da tennis senza linguetta, sebbene bianca e oro?

    facciamo causa al produttore. boia, de’

    [avv sul piede -sinistro- di guerra]

  14. avv…. come dire, ho già una giudiziale per la separazione…una d’aggressione, una per minacce, una per sottrazione di minore….mi bastano….

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