che notte.

che notte.

Annego negli occhi dell’altro, nel cuore dell’altro, nel corpo dell’altro.

Mi aggrappo al tuo braccio attraversando strade, e discorsi, e ricordi, e mi butti a picco nel fondo della storia che non funzionerà mai,  che per questo dura ancora.

Attraversa stagioni, migrazioni, tempeste, si sgretola ad ogni cambio di luna. E si riforma, come un incubo, come un miraggio. E son sempre io, e sei sempre te.

Attorno ho un drum’n’bass, luci strobo, un moijto che brucia le labbra, che massacro a morsi per non pensare. E parole, parole, parole, e a soffocarle i tuoi baci.
Come due adolescenti impacciati, come non avessimo due vite e figli e enciclopedie di storie già vissute, dietro vetri appannati, nell’agonia dello stesso respiro, ridisegnando la linea della pelle modellata dalle mie carezze, senza sfogo o irresponsabili passioni, solo …una sbornia totale di te.

E ho voglia di fare i capricci, ma non c’ho più l’età, non ho voglia che tu vada via. Dopo ci dimentichiamo questo, e ricominciamo a farci bastardi. Stanotte non vuole finire, sta immobile a vedermi lì, innamorata.

Stamane i tasti del cellulare sono piccolissimi, e il corridoio per arrivare in ufficio è più lungo di cento metri, pure in pendenza, e mi sento sbattuta come lo zabaione in una centrifuga. Ho bisogno di un paio d’ore su di una nuvoletta rosa per gongolarmi, e di un ottimo caffè.
Poi mi passa, giuro.

Giuro.

9 pensieri riguardo “che notte.

  1. ma signori, non è foto di mio pugno, via…. però è indicativa.

    ecco. vacca boia non m’è ancora passata…… un altro caffè, grazie.

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