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Sono arrabbiata. Molto arrabbiata.
Tante, troppe volte sento politici, sindacalisti, e inutili opinionisti fare discorsi vacui sul precariato. Gran demagogia, slogan, tutta autopromozione, basata sul sentito dire, sul programma tv, sulle proprie prevenzioni storiche.
Io il mio lavoro non posso farlo. Non posso suonare tutte le sere, perchè in Italia la cultura della musica è una scemenza. Tu chiami l’amico idraulico, ma gli dai anche i 200 euro del lavoro. Chiami l’amica cantante, e ti offendi se ti dice che almeno i suoi collaboratori devi pagarli. Pagarli, eh, come se ti si chiedesse contratto perfetto, marchette, Siae e Enpals.
Puoi insegnare, certo; come cococo, nelle scuole private. O anche nel pubblico. Ho amici che ci lavorano, alle medie, da anni. Da musicisti?…no, ovviamente. Come insegnanti di sostegno. A insegnar la lingua agli extracomunitari.
Per fortuna so far altro. Per fortuna ho testa, conoscenze, esperienza. E voglia di lavorare, di investire la mia vita in un lavoro che a lungo termine, possa darmi qualcosa.
Io sono una precaria, da anni, come molti, molti altri. Sono una di quelli che l’amministrazione pubblica, con grazia e accordi sindacali (e io che pensavo che il sindacato proteggesse me, e non il mio datore di lavoro..) ha deciso di tenersi per anni con contratti ad Hoc per se. Mi ha lasciata a casa qualche settimana, per poi riprendermi, per poi cambiare clausole e progetti.. ma alla fin fine, solo escamotage per sfruttare le mie competenze, alla stessa scrivania da anni. Le mansioni cambiano, le responsabilità arrivano, le grane, le conoscenze che devi avere, e pure le richieste di straordinari, di compiti extra lavoro, e le richieste di "sopperire" alle mancanze degli altri.
Ma sta bene, si investe. Si fa esperienza, anche se i trenta son passati. Sopporti anche le battutine degli amici, che "in comune non si fa un cazzo", certo. I comunali fan poco nulla, grazie ai pirla come me che, col ricatto sottinteso, sono i precari che salvan il culo ai titolari.
Beh, in sostanza, hanno "esternizzato" alcuni "eletti". A me han detto che sono un tecnico informatico (?) e che il contratto me lo fa un altr’altra azienda, ma rimango qui. Indi mi tolgono ogni possibilità di carriera in comune, di accedere ai concorsi interni, alla mobilità, oltre a ricevere quelle indennità dovute per la mia mansione. Ma, dicevano, vedrai che alla fine ti daranno quello che tu sogni di notte: il tempo indeterminato.
….ma chi te l’ha detto?….io non voglio nulla, nulla di tutto questo. Ho una dignità, la dignità del precario. Il mio lavoro vale, la mia volontà di carriera esiste, il mio diritto ad avere un lavoro per cui ho costruito il cammino, e per cui ho investito finora, vale.
A me, che mi sistemi il precariato, non mi frega un cazzo. Ecco, miei cari politici e politicanti, la mia risposta, bella chiara e tonda. Per quel che mi riguarda, faccio pure il precario a vita. Continuerò a non aver diritto a star male, ne’ ad accudire mio figlio se sta male, continuerò a non aver diritto a ferie e tredicesima, incentivi e promozioni, o accesso ai concorsi interni, o a poter maturare anzianità per sta fantomatica finanziaria. Continuerò a pagarmi il pranzo e la benza, senza alcun rimborso o buonopasto. Continuerò a pagare una botta di tasse perchè ho un cococo, prendendo metà di quanto prende la collega davanti, facendo pure il suo lavoro.
Ma avrò pur sempre la possibilità, ora o domani o forse mai, di riuscire ad avere il mio posto di lavoro, quello che mi spetta. Se ora ho fame, non regalarmi caramelle, per bearti della generosità davanti al paese: io voglio ciò che è mio di diritto. Rimarrò digiuna, rimarrò a casa, andrò a fare la cameriera al pub tutte le sere, orgogliosa di farlo. Ma non sfrutterai più la mia professionalità un giorno in più.
Grazie signori, ma non firmo. E raccolgo volentieri le mie cose dalla scrivania.
9 pensieri riguardo “nessun titolo”
Allora…
Siccome stai, giustamente, incazzata, di Sindacato non ti parlo.
Appoggio la proposta del Caporale di vederci dopo le feste, così teorizziamo e discutiamo dal vivo.
Perciò, accontentai di un abbraccio sincero ed affettuoso.
Va bèn, biéle?
Daniele
ti adoro quando fai cosi’.
grazie search…. io mi adoro un po’ meno.
mac, allora ci vediamo dopo le feste. ma pagate voi, che sarò disoccupata..
Dai, speriamo di no!
Se (è un dubitativo che mi devi concedere) ci sentiamo mi spieghi meglio…
Comunque paghiamo noi, ci mancherebbe.
Si invita anche la Search?
Daniele
Uno dei migliori post che ho letto nel tuo blog.
GR
A questo punto conviene fare le mantenute…. precarietà per precarietà almeno si fa la bella vita!
Hai talento, troverai, sicura!
Silly
@gatto…ma che gusti c’hai! 😀
la battaglia, come se non ne stessi facendo abbastanza in altri fronti, prosegue. chiedo, telefono, cerco di fare il possibile. o accetto e spero che il comune mi peschi dalla graduatoria, o sto a casa e aspetto la graduatoria.
search comunque è dei nostri…spero almeno…
Guarda, avendo lavorato molto tempo fuori posso dirti una cosa: la mobilita’ e’ una cosa bella quando viene applicata a TUTTI, perche’ permette al giovane bravo di fare le scarpe al vecchio trombone. Il problema dell’italia e’ che contemporaneamente il vecchio trombone e’ inamovibile e il giovane e’ precario.
Secondo me tutti si focalizzano sulla precarieta’ dei giovani per nascondere il vero problema: l’inamovibilita’ dei vecchi. Ti assicuro che laddove TUTTI sono precari, si vive molto meglio.
Se sei brava, ovviamente.
Uriel
Dura, cattiva, incazzata. Di sicuro la precarietà non farà bene all’uomo, ma da come scrivi, crea il carattere nelle persone. (anche se dubito che tu non l’avessi prima di ciò!)
Complimenti per il blog, ciaoooo!
P.S.:”…con grazia e accordi sindacali (e io che pensavo che il sindacato proteggesse me, e non il mio datore di lavoro..) …” Ecco, appunto, 99 su 100 politicamente la si vede nel modo opposto (penso), per me è più facile criticare i sindacati, ma mi piacerebbe che mezz’italia si accorgesse prima di subirne i malfatti, che quelle sigle non contano un cazzo. Per i lavoratori intendo…