domenica

domenica

Mi getto sul pavimento, crollando dal letto. Masochistico modo di svegliarmi irreparabilmente. Solitamente crollo sulla ciabatta, come già detto, e passo il resto del giorno con un bassorilievo della stessa sul fianco sinistro.

Caccio il pupo alla "messa del fanciullo", e vado in riunione, all’Accademia, la scuola dove insegno. Che poi, le riunioni di mattina, per un musicista, son come lo squillo del postino alle otto con raccomandata da firmare. Non è etico, dico, non è etico.

Bloccati dalla fanfara dei bersaglieri, anche i miei colleghi parcheggiano a circa quindici chilometri dalla scuola, e tutti abbiamo occhiali coprenti anni settanta a coprire (ingenui) le evidenti occhiaie. Ripeto, non è etico.

Riunione: su 26 insegnanti, siamo addirittura metà presenti. Ovviamente, non siamo noi motivo di demonizzazione da parte del Direttore… ma visto che ci siamo, ci sorbiamo il suo discorso sfogatorio, intinto di ruffianate nei confronti dei singoli presenti, aneddoti lodevoli e riferimenti alle nostre presunte buone qualità. Io faccio man bassa, al solito merito della gonna e del ginocchio sexy (che altro non rimane, tra gonna e stivale, ma tant’è…).

Le maestrine frigide fanno clan, mentre io mi attornio dei maschietti del dipartimento di musica moderna, del quale son l’unica fanciulla (e chiamatemi scema..). Ascolto le fandonie dei classisti…e mi accorgo che noialtri, quelli che non leggono la musica (loro pensano), che non hanno il diploma di conservatorio (quando invece ne abbiamo almeno due a testa…e mica di canto corale..), che fanno "rok, giezz, canzonette..", noialtri dicevo, abbiamo tutti classi che funzionano, che interagiscono. E abbiamo (perdinci!) più allievi. Sorrido. Che vuoi farci.

Finisce la riunione con noi marziani che parliamo di un nuovo impianto voce, e il licenziamento, a due mesi dall’inizio dell’anno accademico, degli insegnanti di violino e di batteria. Sta cosa che, volendo, potrebbero mandare a casa anche me, mi perplime. La butto li al direttore, che mi consola ricordandomi il numero fisso di allievi che da anni mi segue, dalle iscrizioni che arrivano anche da fuori provincia, dal fatto che arrivino in Accademia in seguito alla mia fama di insegnante competente, e che son brava e simpatica e so lavorare bene….

….si insomma. Ho il posto sicuro, perchè il direttore mi si tromberebbe. Poche balle.

Passo a casa: mio padre ha fatto le lasagne. Che da noi, da noi si chiama Pasticcio. E il pasticcio di mio padre è completo, come la paella: ragù, formaggio, piselli, prosciutto, e una besciamella solida. Si, solida. Una fetta di pasticcio è solida come un gianduiotto. Sta lì ferma, come una fetta di torta al limone, coi pezzi di gelatina solidi sulla forchetta. Dicevo, mio padre ha fatto le lasagne.
Son crollate nello stomaco come un masso agganciato al piede dell’ex cognato d’un mafioso.

(ma come mi vengono ste metafore)

Gran finale a dieci metri da casa di dr.CC, con conoscenza diretta della scarsità di ottimismo della spia della benza. Spinta avanti da me e dalle lasagne in digestione, fino allo studio.
Sedendomi sul divano, con davanti le strutture dei pezzi (scritte a penna su dei fogli volanti sponsorizzati da qualche casa farmaceutica) e in mano il telecomando…ho compreso che mi divertirò un sacco. Ma, anche se ce la faccio, si che ce la faccio…ho tre giorni per imparare tutti i testi, le strutture, magari pure le musiche giuste (ma non è obbligatorio).

Scelgo quando cantare e quando suonare, col DJ che mi spiega effetti sonori da fare col flauto che si possono raccogliere esaustivamente in un "pensavo ad un ….fuuuu fuuuu furrrrr fufu…". Ammetto, 5 minuti ho cercato di comprendere cosa intendesse. Poi ho fatto una cosa a caso, giusto per dargli soddisfazione "eh, si, esatto, mi hai capito..". E taci che poi vanno a "suonare" i dischi, questi.

Finiti i pezzi, chiariti i cori, compreso che (io lo so, loro no) quella nona ascendente sarà un evidente problema, appellatami a numerosi santi e beati, anche quelli fuori calendario, spero di non tirare una maestosa stecca, di quelle che rimangono.

"…che poi registriamo il demo, quella sera"…..apposto grazie.

Torno a casa (dopo aver recuperato una tanica di benza) e porto il Gabry a mangiar fuori, come i bei. E gli racconto quanto mi scappa da ridere a essere, finalmente, in sta situazione.
L’uomo invece sa ottimamente far scene di inconsunta gelosia (perchè lo sapete no, che invece che alle prove ho trombato come un riccio con tutto il gruppo, ovviamente…), incitando il mio istinto, con incommensurabile entusiasmo, a spegnere il telefono.

Per chi vuole sentire la nona ascendente steccata, che venga qui , giovedì sera.

Per chi vuole assaggiare il pasticcio di mio padre, spedire eventuale gastroscopia preventiva alla mia mail.

Per chi vuole incontrare una delle pianiste frigide, dunque, dovrei avere l’indirizzo di un blog….mm…

Per tutti l’artri. Non fidatevi della spia della riserva.

 

19 pensieri riguardo “domenica

  1. la spia di riserva è zoccola. mi ha illusa, usata, e soprattutto…m’ha lasciata a piedi. E minigonna o meno, l’ho dovuta spingere da sola, la grigia. E pesa, miseria se pesa.

  2. L’amico che uso negli spostamenti al momento e’ a New York… devo cercare di recuperare qualcun altro…

    Leti

  3. oddio! inquietante il pelo coi sonagli 😐

    io la mia spia della riserva la torturo..è lei che non dovrebbe fidarsi di me!

  4. la mia spia della benzina non m’ha mai tradito, ma di certo posso elencarti decine di persone che l’hanno fatto.

    mi hai fatto venire voglia di pasticcio (ma se tuo padre si offre di portarmene una fetta digli pure da parte mia che sono a dieta), e in bocca al lupo per giovedi’.

    e per il resto, si’.

  5. Per stavolta non ti uccido… mai detto che mio figlio sia un santo ma, credimi, nel corpo insegnanti di dislessia sono in pochi a capirne qualcosa.

  6. Ho bisogno di una pianista frigida a casa mia. Le querce del bosco mi hanno riempito tutto il cortile, e non ho voglia di rastrellare.

    Uriel

  7. non ho ben capito, dovrei ramazzare le foglie di quercia? tzk, io che so leggere la musica io, io che c’ho un diploma di conservatorio io?!?

    pretendo che mi organizzi un meetingo con le mie consorelle p.f.:dai, che siamo una specie in via d’estinzione (te credo, siamo frigide)

  8. beh.. noi flaute abbiamo la prova delle tre ore. E per il giezz pure quella delle sei e delle 12 ore. Noi ci si allena, noi. Cosa pensavi si facesse chiuse in quelle stanze?

  9. Ramazzare foglie di quercia in un grosso bosco e’ un noto rimedio contro la frigidita’. Esistono fior di studi scientifici su come questa attivita’ migliora l’orgasmo e migliori la capacita’ di leggere le note. E poi, non ho voglia di farlo io, ecco tutto.

    Uriel

  10. Io le note non le leggo più da mo’. Che ho tutto nella capoccia.

    E non ho bisogno di rimedi, che son già a postissimo.

    Se la mia amica Mala però vuol gradire, vi scambio le mail?

    (l’illustre blogger chissà cosa avrà da dirmi sta volta…uff..)

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