gli istinti
Appoggio il mio surf metaforico, dopo averle passate, queste ondate di malinconia, rabbia, insofferenza, di giorni inquieti di gennaio. La macchina parcheggiata lungo la strada, si addormenta per qualche ora, anche lei, per poi riprendere a portarmi in giro per la giostra di un frenetico quotidiano.
Mi fermo. Mi fermo? Che dovrei pensarci.
Non è da me. Non è da me dire di no. Non a un certo tipo di occasioni.
Dovrei pensarci, sto cambiando. Ma appena cerco di compiacermi di esser diventata grande, mi assale il rimorso. Puro, semplice, concreto e venale rimorso. Provandoci, ad essere una brava ragazza.
E addormentandomi a forza nel letto, ripetendomi il mantra delle mie priorità, assieme ad un mucchio di motivazioni utilissime per la rubrica del cuore di una rivista demodè, o di chiacchiere corrette e virtuose delle mamme della mia età, tento di placare anche il corpo. A star fermo. A non imprecare. A non chiedere udienza.
Dov’è il giusto, dov’è l’errore? L’istinto, ragione, la logica, il pragmatismo, la saggezza dei miei anni.
E gli istinti, gli stessi di quando avevo vent’anni.