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Autore: laflauta

il rientro

il rientro

l’amante         – sei arrivata?
fla                     – si. fa un caldo boia. e devo portarmi tutte le valigie di sopra, tre piani di scale da sola…
l’amante         – già
fla                     – in certi casi maledico di non avere un uomo.
l’amante          – in certi casi son felice di non essere il tuo uomo….

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Vi voglio a tutti un gran bene, ma adesso mi sono rotta le balle.

Vado in ferie. Suppongo che la disintossicazione da web non funzionerà, sappiatelo. Ma ci si prova.

Tornerò abbronzata e bionda come le californiane. Ah si.

E se passate di qui, mettete le pattine, che ho messo la cera e voglio ritrovare tutto a posto.

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CalcioNelCulo

 

L’Italia deve battere la Francia. La Romania non Non deve battere l’Olanda.

Ma volendo possiamo pareggiare con la Francia, purché la Romania venga battuta dall’Olanda: in tal caso, Romania, Francia e Italia andrebbero a quota 2, visti gli scontri diretti a parità di punti (due pareggi, due punti) e anche per differenza reti (0 a testa ). Però c’è pure la differenza reti,  1 per Italia e Romania, 0 per la Francia. Quindi dovremmo semmai pareggiare da 1-1 in su (2-2, 3-3 ecc.). In caso di 0-0 tra Italia e Francia, i francesi sarebbero quarti ed eliminati e lascerebbe in parità Italia e Romania. Però la differenza reti tra le due è  Italia a -3 e Romania a quota 0. Basta insomma che la Romania perda con 4 gol sotto. Se ne prende 3, siamo fottuti.

Insomma, semplicissimo. Basta solo giocare bene e avere un po’ di culo.

 

Io lo dico. Per me perdiamo di brutto.

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La luce filtra tra le tapparelle, in questa notte immobile. Come i miei occhi, fissi sul soffitto.
L’apatia mi strozza dolcemente, quasi a volermi soffocare con affetto, mentre scivolo nel totale, assoluto, vuoto di sentimenti.

In congelatore, tra petti di pollo e zucchine congelate, ho trovato il mio cuore. Intatto, ben riparato da un cellophane aderente, praticamente nuovo, sembra. L’attack, dopo sette anni, ha aderito benissimo, non si vede quasi nulla, non si sente nemmeno il segno dei frantumi, passando con il polpastrello sulle ferite.

Se gli uomini fossero dei microonde, forse mi innamorerei.

Giro scalza per la casa buia, pregando la mia buona stella di non sfracellare gli alluci contro qualche angolo vigliacco. Che di notte, poi, non c’è niente da fare.
Decido di aprire l’Ipod. Tra la musica nelle orecchie, e silenzio fuori, vedo una tua foto. Addormentato in una spiaggia, di schiena, senza turbamenti, col tuo entusiasmo annoiato sparso sul mio asciugamano. Come qualcosa appartenuto ad altri mondi, ad un’altra me, che ho scordato, forse sotto le patatine surgelate.

Temo di averne ancora di amore, in qualche cassetto. Solo ricordassi quale, proverei a rinvasarlo.

Ricordo che da ragazzina mi innamoravo ogni due settimane. E mi piacevano tutti, e me li tenevo tutti, che nessuno aveva troppi difetti. Poi passi i trenta, inizi ad abituarti al frigorifero pieno di cianfrusaglie, e non senti più niente. Non piangi, non soffri, non senti lo stomaco rivoltato dalla gelosia, o dall’ansia di rivederlo.
Passano le settimane, e ti dimentichi che esiste, l’amore.

E apro il frigo. La luce esce e mi illumina mentre guardo senza davvero guardare. Seduta, fisso gli scaffali sentendo l’aria fredda che ne esce. Nemmeno vedessi i tarocchi dipinti sulle uova, il grana, il cartone del latte.

E sto li. Che, metti caso, riesco a congelare anche i pensieri.

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Quest’anno ho fatto agilmente il gesto dell’ombrello, ah no, nun me prendo responsabilità, metti che crolla di nuovo….

Ho preso la bici di servizio. Che adesso, in comune, ci han dato le "bici di servizio". Prima ci si giocava a partitone di risiko le chiavi della uno scassata, mo’ adesso ci son 5 biciclette, con cambio sciamano (ooommmm) e livrea col leone di san marco. E un catenaccio per il quale ci faranno un corso per apertura e chiusura (tenuto da uno specialista del nuovo campo sinti di via Vallenari?…mii, questa è cattiva….).

Ho messo nel portapacchi le pratiche, e via in centro Mestre, dall’altra capa, per la sua firma.

Bellissimo. Uscire dall’ufficio, pedalare per la città, vedere il mondo, che di mattina mi è sconosciuto. Fare movimento, sentire il fisico che gode di sport all’aperto, i muscoli che si rinnovano, dopo mesi rinchiusi in allenamento in stanze chiuse. Eppoi, scoprire le piste ciclabili, passare per le zone ztl, godere di un bel sole.

Ah che bel sole.

All’una, sole a picco, che bello.

Bellissimo.

Sono arrivata in ufficio e son collassata. Porco cane che figura di merda.

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Mi stanno accadendo cose strane.

Ho una collega cantante con cui preparare i cori di un concerto. Fissa le prove per domenica scorsa, ma mi da buca, con una scusa ridicola: "sto partorendo".

Poi mi chiama il contrabbassista con la coda. Mi chiama per un concerto con una cantante. Il giorno dopo scopro che il CollegaCarino ha una locandina di questo concerto (prima di me). Ed è tutto orgoglione, perchè può dire alla sua insegnante di canto (la cantante di cui sopra) (non quella incinta, quella del contrabbassista con la coda!) (che poi ha sgravidato, nemmeno è più incinta) (la cantante di prima, intendo, e seguitemi perdiana!!), dicevo, la sua insegnante di canto fa un concerto con la sua collega preferita (moi!).

Io, come twitteravo prima, ho fatto goduriosamente la ruota come un pavone in fase erettile.

Il fatto strano è che non c’è Michele. Il mio storico chitarrista, misteriosamente, non risulta agli atti. La sua dipartita dal quintetto mi suggerisce che cambiando gli addendi, il risultato non cambia. Curioso.

Ah. Per finire. Sto per comprare una chitarra. Torno, dopo qualche migliaio di anni, a suonare uno strumento a corde. E non so bene a chi dare la colpa.

Dimenticavo: ignoro quale sia la fase erettile di un pavone. A scampolo di equivoci.

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E con il puntuale ritardo, arriva anche l’Heineken Jammin Festival.

Come un perfetto puzzle, finisce un motivo di stress, e ne inizia un altro.

Quest’anno penso non debbano regalarmi un biglietto. Devono farmi suonare sul palco, coi tacchi a spillo con sotto disteso Sting, Alanis Morrisette che mi spazzola i capelli e Vasco che mi va a prendere il cafè alle macchinette. 

Ecco.

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PS: ma ieri com’è andato l’incontro con le maestrine?

@momyone

 

In sottofondo, il soundtrack di Guerre stellari.

Mamma flauta ingaggia il dott. flauta padre, in versione nonno, che con la sua bonaria diplomazia può solo esaltare le doti di cattiveria della figlia in questo frangente.

"Dunque, parliamo di Gabriele"

Risposta della flauta, con medesimo tono: "Dunque, parliamo delle maestre".

E qui, si scatena l’inferno.

Come nella più epica Ballarò in clima preelettorale, volano insulti mascherati da sarcasmo, accuse reciproche e rimbalzo di responsabilità. La "signora maestra" (e la smetta di chiamarmi signora maestraaaa!!…eheh….) si svela per la stronzaggine che ho sempre riconosciuto dietro i suoi modi falsamente cordiali. Ah se la pensa così vada a protestare dal dirigente, dice alzandosi, tutta inviperita.
Poi si risiede, ricordando che per l’appunto avevo chiesto un confronto proprio alla presenza del famigerato capoccia.
Aggressiva e arrogante, non si arriva alle mani perchè, temo, sospetti di prenderne di più.

Le colpe vanno al numero elevato di bambini della classe, all’esaltazione dei facinorosi, al clima che sta cambiando, al Ministero, fino al governo che ora ci governa. E’ colpa di Berlusconi, via, se il Gabry non ingrana a scuola.

E mica è una mia esagerazione. Ce l’aveva col governo. Con relativo stridio di unghie sugli specchi.

Letteralmente, mi sfogo. Gliele dico tutte. Da quanto le ritengo incapaci, dallo scaricamento sulle famiglie dello svolgimento del programma, dal menefreghismo se metà classe (oh, metà, mica due tre) sono in reale difficoltà, mentre la quasi totalità dev’essere seguita quotidianamente (dopo un tempo pieno) se non addirittura con l’ausilio di insegnanti privati. In terza elementare.

Va’, non le elenco tutte. Di fatto, le ho messe al muro. Ho attivato la mia spada laser fucsia e sciabolato con la maestrina di italiano, che con la sua verde fluo cercava di colpirmi a suon di odio e stizza di offesa personale. Una lotta all’ultimo burocratesissimo attacco.

– Ah beh, lei mi considera incapace?…

– Esatto.

La maestra? Blu. Con striature violacee, direi.

…alla fine, mah, sa, in fondo Gabriele sta migliorando, insomma, è in netto recupero. Deve avere pazienza, noi facciamo il possibile, insomma, non ci son mai stati problemi. E come no. Adesso magicamente inizierete a seguirlo, forse, e i suoi voti "magicamente" miglioreranno?

Bene, almeno ci siamo capiti. Guerra aperta. La prossima volta non avrete più il coraggio di dire "beh, se non hai capito ti fai spiegare da mamma". Ah si.

… è stato il modo migliore?

Io farei l’esaltazione del litigio, in certi casi. Dirsi le cose selvaggiamente in muso può essere, dopo il fallimento di stoici compromessi e diplomatici accordi, un modo per scuotere una situazione.
Ammetto che prima di agire a tal modo, ho riflettuto a lungo. Le conseguenze però non sarebbero state mai peggiori della realtà.

La soddisfazione di non dover più mimare ruffianerie varie? Non ha prezzo.

 

 

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Allora, niente pizza venerdì? Cris

Volentieri, Cris. Sebbene temo tu abbia sbagliato numero.

 

Fan culo. Sicuramente Cris è un uomo beissimo, poi ha messo la virgola…. sicuramente laureato, che ne so, in filosofia. Professionista, non esce di sabato ma il venerdì, quando stacca dall’ufficio. Single, per forza, sennò altro che pizza il venerdì sera, starebbe con la morosetta a limonare sul divano buono dei suoi.

Potrebbe essere l’ammmore della mia vita diamine!

Che incontro romantico. Magari non abita nemmeno a lampedusa, magari è qui vicino, Padova, Treviso… pensa a quando lo racconterò ai miei prossimi figli "sapete, il papà ha mandato un sms per errore, e da cosa nasce cosa…"

 

Scusa, se non sei la mamma di Gabriele fai finta di niente. Ciao

 

…..cazzo. La cena di classe.

Cris-tina, la rappresentante dei genitori.

Eh ma non si fa così, cavolo!