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La vita vira. Te stai giorni, mesi, anni, ad aspettare quel qualcosa che ti sconvolga e rigiri le cose. Aspetti quel qualcuno con cui fare un mucchio di cose che è un mucchio di tempo che fai con gli amici invece che.
Ecco.
E aspetti, aspetti. Conosci un mucchio di perditempo, omuncoli da nulla buoni giusto a passare il tempo. E sistemi vita, lavoro, casa, cavallo e figlio. Ah si.
Come esser pronti per andare alla festa, ah si, son vestita e truccata e ingioiellata e ho un sacco di argomenti di conversazione.
Poi arriva. Squilli di trombe! Finalmente l’invito alla festa! Un invito elegante, simpatico, intrigante, passionale e soprattutto… intelligente. Che sei li che ti dici: ma sarò all’altezza?
Ecco. E io, demente, sto li sul mio divano e non mi decidevo ad andarci, alla festa. Uno aspetta, si lamenta, e si lamenta e aspetta, che arrivi. Poi arriva. E te che fai? Hai una paura blu. Di metterti in discussione, di provarci, di vivere un qualcosa di esattamente naturale.
E’ che non ci son mica abituata io, alle cose naturali, normali, belle e pulite. Io sto a casa a farmi le pippe e mi invento delle inattaccabili motivazioni logiche del menga.
– Vai e non rompere i coglioni.
Vado. Sto andando, non vedete? Vado. Dio che bello. E’ tutto vero.