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gli arcobaleni

gli arcobaleni

A conti fatti, che rimane?

Una serenità palpabile, che avvolge tranquilla le mie cose, le mie persone, le mie ore che scivolano al ritmo di impegni che mi piacciono. La mia via, le mie giornate, le mie cose, ancora, mi piacciono. Mi piace vederle, senza alcun riferimento fisiologico, come “le mie cose”.

Avevo una scala di priorità, di sogni, di obbiettivi, una di quelle liste di “buoni propositi”, di step obbligatori da inseguire, di nodi da sciogliere. Ora si sono sciolti, dissolti, o hanno perso di importanza.

Sto sulla riva di una spiaggia, davanti ad un mare senza onde, il battito regolare, il respiro sereno, disegnando iniziali sulla sabbia. Iniziali a caso, chiavi di violino, cuoricini, stelline. Casette, alberelli.

E adesso. E adesso?

Ho sconfitto i draghi, ho domato le onde. E’ tutto tranquillo.

E’ il momento di studiare, di stare bene, senza passioni travolgenti, senza dolori che trafiggono, senza risvegli ansiosi alla mattina.

Bello, eh, che adesso è tutto a posto.

Però.

Però io, di sta tranquillità, mi son già rotta i maroni.